15/06/2024
In occasione del Pitti Immagine Uomo a Firenze, lo scorso 12 giugno è stata una partita promozionale di polo tra le squadre di Italia e Francia, in un “campo” allestito in Piazza Santa Croce.
Al di là della trovata pubblicitaria di un marchio di abbigliamento, U.S. Polo Assn., che in questo modo ha lanciato la sua linea primavera-estate, grazie anche alla spinta pubblicitaria data dall’immancabile FISE Federazione Italiana Sport Equestri, ci interessa parlare di questa forma di sfruttamento meno conosciuta rispetto ad altri “sport” equestri e all’ippica.
COS’È IL POLO?
Il polo è considerato uno “sport” tradizionale che prevede che i giocatori vadano a cavallo e usino delle mazze per colpire una palla, con l'obiettivo di fare gol contro la squadra avversaria. La sua descrizione farebbe pensare a un retaggio del passato ormai dimenticato, una stupida forma di passatempo basata sull’uso coercitivo e brutale dei cavalli. E invece no: dopo aver visto le sue origini e la sua evoluzione in Medio Oriente e in Asia Centro-meridionale, il polo è stato esportato un po’ ovunque con l’immagine di sport nobiliare ed elegante.
Sono sempre più accese le critiche, perchè non solo i cavalli sono costretti a fare una competizione contro la loro natura usando violentemente le imboccature, ma sono anche sottoposti agli scontri fisici che sono una caratteristica di questo pseudo sport.
Siamo andati a Firenze per documentarvi cosa subiscono i cavalli: in questo video potrete vedere tutto il loro dolore e la loro sofferenza mentre tante persone intorno a loro si divertono.
Questo non può essere chiamato sport: bisogna invertire questa deriva culturale che ha trasformato i cavalli on oggetto dl divertimento o del business legato al mondo delle corse e degli sport equestri, che vengono raccontati in maniera completamente differente da quello che in realtà sono: una forma di sfruttamento vera e propria.
GUARDA IL VIDEO: Sfruttare i cavalli è sport? Parliamo del Polo
(foto: Polo_070922_18-crop-Wikimedia)
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