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West Nile, Italia al primo posto in Europa: IHP chiede linee guida clinico-veterinarie urgenti per i cavalli

20/08/2025

Nel World Mosquito Day, l’ECDC parla di “nuova normalità” e di picco atteso tra agosto e settembre. IHP: servono subito protocolli nazionali che regolino anche l’eutanasia come extrema ratio, sul modello irlandese.

 

Nel giorno della Giornata Mondiale delle Zanzare, l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) conferma che l’Italia è il Paese europeo più colpito dal West Nile Virus (WNV) nel 2025: 274 infezioni umane confermate su 335 casi europei e 19 decessi al 13 agosto. Per la prima volta, i contagi sono stati segnalati anche nelle province di Latina e Frosinone. L’ECDC prevede un picco stagionale tra agosto e settembre e avverte che i focolai da record di West Nile e chikungunya delineano una “nuova normalità” per l’Europa.

In Italia non esistono linee guida clinico-veterinarie nazionali per la gestione dei cavalli colpiti da WNV, né un protocollo che indichi quando e se ricorrere all’eutanasia. L’ultima circolare del Ministero della Salute (21 luglio 2025) ribadisce la necessità di vaccinazione degli equidi, controllo del vettore, misure ambientali e informazione ai proprietari, ma non definisce percorsi terapeutici o criteri clinici per i casi equini. Dal 2008 è in vigore un piano di sorveglianza che utilizza i cavalli come ospiti sentinella, con il coinvolgimento dei veterinari pubblici e privati: si tratta però di misure di monitoraggio, non di gestione clinica.

IHP chiede ai Ministeri della Salute e dell’Agricoltura di emanare con urgenza un protocollo nazionale con linee guida clinico-veterinarie per la gestione del West Nile nei cavalli.

Esiste un esempio europeo, l’Irlanda: il Ministero dell’Agricoltura irlandese stabilisce che l’eutanasia non è automatica per i cavalli positivi al WNV, ma una ultima ratio solo in caso di segni neurologici gravi, refrattari a terapie di supporto o in mancato recupero. Anche in Italia serve un protocollo operativo che metta al primo posto la tutela dei cavalli, perché dalla West Nile si può guarire. L’eutanasia va applicata solo per garantire una morte umanitaria agli animali gravemente sofferenti e senza possibilità di guarigione, non per eseguire un abbattimento in presenza di sintomi.

Oggi in Italia la gestione dei cavalli colpiti da West Nile è lasciata alla valutazione del singolo veterinario, senza un protocollo nazionale. Questo non è accettabile: gli equidi hanno diritto a cure adeguate e uniformi. Chiediamo al Governo linee guida chiare e condivise che stabiliscano terapie di supporto, gestione clinica e criteri trasparenti per l’eventuale eutanasia, che deve restare una extrema ratio, come avviene in Irlanda. Non possiamo permettere che decisioni così delicate dipendano solo dalla discrezionalità individuale. L’Italia, Paese europeo più colpito e con un picco imminente, deve attrezzarsi ora”, dichiara Sonny Richichi, presidente di IHP.

IHP è la prima associazione italiana dedicata alla tutela degli equidi: combatte abusi e maltrattamenti, promuove cambiamento legislativo e culturale, a Montaione (Firenze) gestisce un Centro di recupero per equidi maltrattati e un Centro dedicato ai cavalli AIE. Anche grazie alle campagne di IHP, in Italia non si abbattono più cavalli sani solo perché positivi all’AIE, e la convivenza è regolata da accorgimenti di biosicurezza.

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

West Nile: circolare del Ministero della Salute del 21 luglio 2025

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