I cavalli dormono in piedi? E se si sdraiano vuol dire che stanno male? Andiamo alla scoperta dei meccanismi del sonno per capire meglio le necessità dei nostri amici equini
di Rachele Malavasi
Molti pensano che i cavalli dormano in piedi: un fondo di verità c’è, ma non è proprio così. Almeno un’ora al giorno i cavalli hanno bisogno di dormire sdraiati, in genere in intervalli di 15 minuti, e per almeno 3 ore al giorno di dormire semi-sdraiati (a terra ma con il collo sollevato, poggiando il naso al suolo). In piedi si appisolano soltanto e ne hanno bisogno per almeno 2 ore, per un totale di 6 ore al giorno di riposo che si concentrano soprattutto fra le 20:00 e le 5:00 (con forti variazioni stagionali).
Ogni postura per il riposo ha un significato. In piedi i cavalli sono pronti a fuggire al primo segnale di pericolo ma, grazie ad un sistema di incastro delle articolazioni, riescono a riposare non affaticando i muscoli. La postura semi-sdraiata anticipa le fasi REM di quella sdraiata, unica posizione in cui vengono rilassati anche i muscoli del collo che sorreggono la pesante testa.
La fase REM: dormire sdraiati è fondamentale
Accedere per il giusto tempo alla fase REM è fondamentale: si consolida la memoria ed il legame della dopamina, con effetti positivi sull’apprendimento e sul benessere psico-fisico; viene prodotto l’ormone della crescita GH, indispensabile per costruire nuovi tessuti e fornire energia mobilitando grasso e glicogeno. Una buona fase REM permette di sostenere sforzi prolungati ed avere buone performances.
Un cavallo può evitare di entrare nel sonno profondo per alcuni giorni, ma a lungo andare questa condizione può avere effetti deleteri, con fenomeni di collasso in cui crollerà sugli anteriori dopo un lieve ondeggiamento. Potreste quindi trovare delle sbucciature sui nodelli anteriori, che però non sono segno inequivocabile della carenza di sonno ma possono essere dovute anche ad una difficoltà ad alzarsi da terra. Diversa è la narcolessia, in cui il cavallo non ondeggia ma crolla al suolo improvvisamente perché non passa attraverso le onde lente tipiche della fase pre-REM, ed in genere si verifica dopo un forte sbalzo emotivo, anche positivo.
Affinché un cavallo possa lasciarsi andare al sonno profondo, un momento di vulnerabilità per una preda, deve sentirsi al sicuro, avere spazio adeguato e una buona superficie di riposo. Come abbiamo visto in altri articoli, le quattro mura del box non rappresentano un luogo sicuro. Il cavallo si può abituare ad esse, ma il box è uno spazio angusto e dove tutti possono invadere il suo spazio personale, dove non è possibile capire l’origine di rumori molesti e rimbombanti, e dove la luce altera il ritmo sonno-veglia. Ma può sentirsi in pericolo e non sdraiarsi anche in gestione naturale, magari perché vive in un gruppo con soggetti aggressivi o più semplicemente perché ha cambiato casa e deve abituarsi: potrebbe metterci anche un mese prima di sdraiarsi.
Certo che, comunque, fra i due ambienti non c’è confronto: sia in natura che in gestione naturale il sonno sdraiato occupa il 15-30% del sonno totale, mentre in box solo circa il 7%. Una recente ricerca ha dimostrato che aumentare di 1,5 volte le dimensioni del box (variabili in funzione della dimensione del cavallo) permette di arrivare alla percentuale di tempo sdraiato spesa in natura. In gestione naturale, sarà bene approntare delle aree ombreggiate dove i cavalli possano sdraiarsi senza essere assaliti dagli insetti, cosa che danneggerebbe soprattutto i cavalli con il mantello scuro.
La scelta della lettiera
Una buona lettiera fa la differenza non solo in termini di qualità del sonno ma anche di salute. I fattori da considerare sono: la polverosità, la possibilità di sviluppo di endotossine (che causano infestazioni all’apparato respiratorio), la comodità e l’assorbenza. Servono 10-15 cm di lettiera per riposare per bene (sotto a 5 cm è come non metterla), mentre l’assenza di lettiera o il pavimento in gomma riducono molto la tendenza a sdraiarsi. La lettiera è utile in gestione naturale, ma fondamentale in box, dove oltre alla comodità bisogna considerare che lo scarso ricircolo d’aria impone una forte attenzione a polveri ed endotossine. Sebbene quindi la lettiera in paglia sia tra le più comode, molto più che in trucioli, pellet o torba, risulta essere una delle principali cause di sviluppo di endotossine. Il truciolato è più scomodo ma ne contiene i 40% in meno, specie se è in legno di pino, tra l’altro molto assorbente. In ogni caso, la vera differenza in termini di problemi respiratori la fa l’alimentazione: con i cibi concentrati (quindi distribuiti in pochi posti giornalieri con molte ore di digiuno) un cavallo passa l’11,5% del tempo con il naso nella lettiera, a cercare resti di cibo, mentre ne passa solo l’1% se viene alimentato a fieno, meglio ancora se trattato al vapore.
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