...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Carrozze per turisti in città: sfruttamento da abolire

26/10/2012

(26 ottobre 2012)

Elaine, una ragazza straniera appena tornata in patria dopo un viaggio nella nostra Capitale, ci scrive: “Sono appena tornata da Roma, sono inorridita dopo aver visto i cavalli usati per trainare le carrozze in città, in preda al caldo, alla sete e a decine di mosche a ronzare intorno a loro e pungere i loro corpi. Era una scena orribile! Ero troppo disgustata per scattare anche una sola foto raffigurante il disagio di queste povere creature. Vi chiedo di fare qualcosa al riguardo”.

Come spiegare a Elaine (e ai tanti stranieri che ci scrivono cose simili) che in Italia spesso la parola tradizione viene abusata, perdendo del tutto il suo significato e andando a coprire vere e proprie forme di sfruttamento e schiavitù, che in un Paese civile sarebbero già relegate nel dimenticatoio?
Come dirle che addirittura ci sono amministratori locali (vedi il Sindaco e la Giunta di Bergamo) che stanno valutando di introdurre le carrozze nella loro città, colti da invidia verso Roma, Milano, Firenze, Palermo ed altre località portatrici di questo pessimo esempio?

Beh, in effetti dovremmo partire da molto lontano, raccontandole che in Italia non esiste una normativa a tutela degli equini. Che ciascuno può alzarsi la mattina e decidere quali sono i parametri di benessere di questi animali e agire di conseguenza, usandoli nella maniera che preferisce. Tanto nessuno interviene, a meno che il cavallo o l’asino in questione non portino segni efferati di maltrattamento catalogabili come agonia (e a volte neanche in quei casi le segnalazioni trovano risposta).

Ci piacerebbe chiedere ai Sindaci ed agli Assessori di queste città in base a quali competenze etologiche considerino il traino delle carrozze per turisti “rispettoso della vita dei cavalli”.

Iniziamo allora dalla Giunta di Bergamo: visto che Sindaco e Assessori si dichiarano così sensibili, chiediamo loro di sostituire la malsana idea delle carrozze con una conferenza sulla protezione dei cavalli, a cui saremmo ben lieti di partecipare portando il nostro contributo di conoscenza di questi animali. Sarebbe un percorso logico, trasparente e corretto per valutare la questione riconoscendo a ciascuno le sue competenze.

In attesa di una risposta, salutiamo con piacere una novità introdotta da poco a Firenze: l’offerta di tour in città su risciò a pedali. Ecologico, divertente e senza schiavitù.