30/10/2025
“Riteniamo che il ministero della Salute abbia mal interpretato il regolamento europeo sugli animali semi-selvatici. Un incontro al ministero è già in agenda per il prossimo 19 novembre: in attesa dei chiarimenti chiediamo lo stop immediato”
Negli ultimi giorni sono circolate notizie di gravi episodi avvenuti nel Lazio, dove animali domestici “inselvatichiti”, tra cui cavalli, sarebbero stati abbattuti su disposizione delle autorità locali, nell’ambito di un piano regionale da 600.000 euro per il “contenimento” di animali liberi o rinselvatichiti: fatti inaccettabili e di estrema gravità.
IHP ritiene che il Ministero della Salute abbia mal interpretato il regolamento europeo relativo ai cavalli semiselvatici, applicandolo in modo distorto a gruppi di animali “inselvatichiti” e non riconducibili a proprietari. I regolamenti europei si riferiscono chiaramente a cavalli detenuti da allevatori allo stato semibrado — cioè animali che vivono in libertà controllata all’interno di aree delimitate — e prevedono per loro specifiche deroghe anagrafiche e gestionali. Il Ministero, invece, nella nota di chiarimento al decreto di recepimento, ha indicato che i cavalli “semiselvatici” sarebbero quelli totalmente autosufficienti e privi di contatto con l’uomo, trasformando così una norma di tutela in un potenziale via libera all’uccisione di cavalli che vivono liberi.
“Questa interpretazione, a nostro avviso, è errata e pericolosa, perché crea un vuoto giuridico che rischia di colpire animali discendenti di cavalli domestici, ma che oggi vivono allo stato libero in contesti rurali o naturali – dice il presidente di IHP, Sonny Richichi -. Abbiamo chiesto chiarimenti ufficiali e ottenuto un incontro con il Ministero della Salute fissato per il 19 novembre prossimo, durante il quale chiederemo una revisione urgente dell’interpretazione normativa. Nel frattempo, chiediamo con forza alla Regione Lazio e a tutti gli enti locali coinvolti di annullare immediatamente provvedimenti normativi che, prevedendo abbattimenti indiscriminati o catture cruente di cavalli e altri animali domestici ‘inselvatichiti’, si pongono in contrasto con la legge nazionale sulla fauna selvatica e con la Costituzione italiana”.
“Invitiamo inoltre le istituzioni a lavorare insieme a noi per costruire un piano di gestione etico e non violento degli animali che vivono in libertà o allo stato semibrado, basato su monitoraggio, identificazione, recinzioni idonee e, dove necessario, trasferimenti in rifugi o santuari, non sulla soppressione. – aggiunge il presidente di IHP- Fermarsi ora è un atto di responsabilità e di civiltà. L’Italia non può permettere che, per un errore interpretativo, vengano uccisi cavalli che vivono liberi”.
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