...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Cavalli inselvatichiti: il caso della Val d’Aveto. Appello per una legge nazionale

04/09/2025

Il destino dei cavalli inselvatichiti è tornato questa estate al centro del dibattito, dopo che nel mese di giugno il sindaco di Rezzoaglio, un comune della Città metropolitana di Genova, ha lanciato l’allarme per la presenza dei cavalli selvaggi della Val d’Aveto nelle aree di fondovalle e lungo le strade, chiedendo alla Regione Liguria di autorizzare le catture di questi animali.

I cavalli inselvatichiti sono spesso frutto di abbandoni da parte di allevatori o proprietari, che finiscono per riunirsi in branchi, adattandosi a vivere in libertà sulle montagne e nelle campagne. Alcuni esempi molto noti sono appunto i cavalli selvaggi della Val d’Aveto in Liguria, i Cavallini della Giara in Sardegna, i Cavalli della Calvana in Toscana.

Questi animali pongono interrogativi importanti a livello normativo, gestionale e di tutela. Oggi infatti non esiste in Italia una chiara definizione giuridica del cavallo inselvatichito: per il legislatore, i cavalli possono essere da reddito o, in parte, assimilati agli animali d’affezione. Non esiste però un riconoscimento specifico per quelli che vivono in libertà, con conseguenti difficoltà operative. Le autorità locali spesso si trovano in un limbo di competenze: per i Carabinieri forestali non si tratta di fauna selvatica, per le ASL non rientrano tra gli animali da reddito né tra quelli da compagnia.

In questa zona grigia si generano due rischi opposti. Da un lato, la possibilità che i cavalli si avvicinino ai centri abitati o alle strade, con conseguente pericolo di incidenti. Dall’altro, la minaccia rappresentata da commercianti senza scrupoli, che approfittano della mancanza di controlli per rifornirsi di animali da avviare al macello, con pratiche illegali.

Le catture improvvisate e non coordinate hanno già dimostrato di essere pericolose, sia per gli animali sia per le persone coinvolte. Al contrario, esistono soluzioni concrete e percorribili: protocolli di monitoraggio, sistemi di dissuasione per evitare che gli animali scendano sulle strade, collaborazione tra enti locali e associazioni di tutela.

IHP segue da anni questo fenomeno, in contatto con le realtà locali che si impegnano quotidianamente nella salvaguardia di questi cavalli. È però evidente che non bastano azioni frammentarie: serve con urgenza una norma nazionale che riconosca e disciplini l’esistenza dei cavalli inselvatichiti, tutelandoli come patrimonio collettivo e prevenendo al tempo stesso i problemi legati alla convivenza con le comunità umane.

Un quadro normativo chiaro permetterebbe finalmente di agire con competenza e responsabilità, assicurando agli animali condizioni di vita dignitose e garantendo la sicurezza pubblica. A seguito degli eventi di giugno nel genovese, l’onorevole Rita Dalla Chiesa ha sollecitato un intervento normativo in Parlamento. IHP chiede di essere coinvolta e sentita in tutte le sedi, per mettere a disposizione del legislatore la propria esperienza e competenza ma anche per scongiurare il rischio di provvedimenti contro l’interesse degli animali.