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essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Il medioevo oggi? Esiste in Sardegna. Galline uccise e appese come bersagli

03/03/2025

Solo un paese culturalmente arretrato e incivile potrebbe consentire lo svolgimento di manifestazioni basate sullo sfruttamento e sull'uccisione di animali per divertimento (in questo caso per festeggiare il carnevale!).

A Sedilo in provincia di Oristano, lo stesso comune dove ogni anno si svolge la famigerata Ardia (altro evento esecrabile che sfrutta i cavalli e a volte li uccide) ogni anno viene organizzata “Sa cursa de su puddu”: una corsa di cavalli che - come si vede nelle foto orgogliosamente pubblicate dalla Regione Sardegna - consiste nel tentativo da parte di uomini e donne a cavallo di strappare la testa di alcune galline morte appese a un filo, correndo al galoppo. Le galline vengono uccise appositamente per questa macabra manifestazione.

Il sindaco Salvatore Pes e il prefetto di Oristano Salvatore Angieri hanno autorizzato e fatto svolgere ieri questa nefandezza, nonostante le diffide ricevute da alcuni gruppi animalisti e da cinque parlamentari. Non solo: il sindaco, travolto dalle polemiche, ha avuto la faccia tosta di lamentarsi per gli attacchi subiti da quelle che lui considera “sane tradizioni” e si è anche indispettito perché l'opposizione in consiglio comunale non ha preso le difese del paese.

Siamo al cortocircuito: chi consente lo sfruttamento e l'uccisione di animali, per di più per una malata forma di divertimento in occasione del carnevale, poi fa la vittima per l'ondata di sdegno che si è sollevata di fronte a questi atti di barbarie.

Nell’ambito di un’altra manifestazione "tradizionale" in Sardegna, a Paulilatino, in provincia di Oristano, si è svolta “Sas Cursas de Carrasegae”, corse di cavalieri con lancia dove l'obiettivo è infilzare le galline appese a un filo, in questo caso di pezza. Qui l’indignazione è stata molto inferiore rispetto a quanto successo a Sedilo: questo dimostra come la nostra cultura consideri "normale" l’impiego dei cavalli nelle occasioni più disparate, rendendone invisibile lo sfruttamento. Mentre la sensibilità per il benessere animale cresce, rimane un doppio standard: l’indignazione scatta per alcuni animali, ma non per altri, come i cavalli, costretti a subire addestramenti, sforzi e rischi, il tutto nell’indifferenza generale.

Nel frattempo, in un altro comune sardo, Ovodda, è andata in scena una sfilata con pecore uccise, scuoiate e sanguinanti e teste mozzate di animali usate come maschere e come copricapo: un film dell’orrore in pubblica piazza.

È questa l’immagine che la Sardegna vuol dare di sé?

 

(foto: Regione Sardegna - sardegnadigitallibrary.it)

 

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