...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Ad Arezzo, a giugno, una fiera cavalli come quella di Verona

25/02/2025

Nello stesso posto dove lo scorso maggio morì una cavalla in gara e tutto proseguì come se niente fosse.

Il 15/5/2024 avevamo denunciato la morte di una cavalla durante un concorso di salto ostacoli all’Arezzo Equestrian Centre. La notizia l’avevamo avuta da testimoni oculari e ci era stata poi confermata dalla FISE. I gestori della struttura, invece, non solo avevano taciuto e nascosto la tragica morte, ma avevano fatto riprendere le gare pochi minuti dopo, giusto il tempo di trascinare via il corpo della sedicenne cavallina (definita “pony” per la categoria) di nome Mountgrove Golden Girl. Un episodio deplorevole, reso ancora più grave dalla presenza, in quel concorso ippico, di molti ragazzini a cui è stato trasmesso il messaggio diseducativo che la vita di un cavallo non vale niente.

Oggi quelle stesse persone - e in particolare l’imprenditore Riccardo Boricchi che da 15 anni gestisce l’Arezzo Equestrian Centre e che è anche direttore dello “show” del Jumping Verona Fieracavalli - annunciano il debutto di una nuova fiera di cavalli creata sulla falsariga di quella di Verona.

Se ne sentiva il bisogno? Certamente no, dal punto di vista di chi ha a cuore il benessere dei cavalli. Ma qui a farla da padrone è il loro sfruttamento commerciale, la necessità – per fare business – di pompare al massimo l’uso dei cavalli invogliando la gente ad avvicinarsi all’equitazione, infiocchettando tutto con la parola “benessere” laddove invece di benessere ce n’è molto poco.