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Olimpiadi Tokyo: Saint Boy cercava di dire che non stava bene, ma non l'hanno ascoltato

07/09/2021

Torniamo sul deplorevole episodio trasmesso in mondovisione, durante le Olimpiadi, nella cosiddetta disciplina del “pentathlon moderno” (rileggi il nostro post dell’8 agosto)

<<Il messaggio del cavallo era chiaro: era sovraffaticato, spaventato e sofferente. Ha mostrato la classica espressione di dolore alla bocca (dolore fisico o panico da intrappolamento): bocca spalancata, allontanamento dal dolore, testa alta, attenzione visiva verso la bocca. Fondamentalmente, cercava di dire alle persone intorno a lui che non stava bene, ma non l'hanno ascoltato.>>

Sono le parole di Sue McDonnell (medico veterinario comportamentista presso la Scuola di Medicina Veterinaria dell’Università della Pennsylvania) intervistata da Michelle N. Anderson per The Horse.

Invece Annika Schleu continuava a frustare, tirare in bocca e colpire ai fianchi con gli speroni il cavallo Saint Boy, mentre la sua allenatrice Kim Raisner la incitava a colpirlo con più forza, assestandogli anche lei un pugno dalle transenne (guarda il video)

Il giorno dopo, i titoli in prima pagina recitavano: "Allenatrice tedesca di pentathlon moderno squalificata per aver colpito un cavallo".

Ma quello che pochi sanno, e che dà la misura esatta di cosa siano i cavalli negli sport equestri, è che la Schleu è stata eliminata dalla gara non per aver maltrattato il cavallo, ma perché ha superato il massimo di rifiuti di salti consentito dal regolamento.

Non solo: la maggior parte dei commentatori e dei giornalisti di settore ha incolpato Saint Boy di essere poco collaborativo, indisciplinato, viziato, e di aver rovinato la possibilità della Schleu di vincere una medaglia. Qualcuno lo ha anche accusato di “uccidere i sogni olimpici”.

Da qui le note di commento della stessa Michelle N. Anderson:

<<Queste prese di posizione deludenti non mi hanno sorpreso. È comune nel mondo degli sport equestri definire l’animale con molti appellativi negativi e incolparlo in ogni situazione. Del resto, al bambino viene dato sin dall’inizio un frustino e viene incoraggiato a mostrare al pony "chi comanda". Il cavallo cerca di dirci che non capisce, che è sopraffatto o che soffre, ma non lo ascoltiamo.>>

Aggiunge la Anderson: <<Questo episodio di Tokyo apre il sipario su un problema sistematico dell’industria degli sport equestri: nonostante gli studi dicano chiaramente che i cavalli non imparano quando sono impauriti o in stati di impotenza appresa, molti vengono spinti oltre i loro limiti nei tondini, sugli ostacoli e nei campi di dressage. Sappiamo anche che si stima che il 90% dei cavalli utilizzati nei concorsi soffrono di dolorose ulcere gastriche, eppure ogni giorno i cavalli vengono puniti per il loro comportamento sgradito, e vengono frustati più forte o colpiti con gli speroni quando sono molto reattivi o, al contrario, quando non rispondono ai comandi>>.

Leggi l’articolo completo su thehorse.com

Immagini tratte da El Trascendental