27/07/2020
Il fattaccio è successo lo scorso 6 luglio e, fino ad oggi, la dinamica l’abbiamo potuta ricostruire solo attraverso fonti locali: un cavallo che tirava un calesse si sarebbe spaventato al passaggio di un camion mettendosi a correre. Avrebbe però infilato la gamba in un tombino sprovvisto di coperchio, cadendo e sbattendo violentemente su un palo della luce. Sopraggiunti gli agenti della Polizia locale e personale dell’ASL di Barletta, un veterinario pubblico avrebbe praticato l’eutanasia all’animale a causa della gravità delle ferite. Usiamo il condizionale perché per 20 giorni abbiamo cercato faticosamente di parlare con Polizia locale e ASL per avere una spiegazione più chiara, venendo sempre rimandati dal centralinista di turno e senza poter parlare con un interlocutore. Abbiamo dunque deciso di scrivere formalmente per avere conferma della dinamica per come raccontata dalla stampa, nel qual caso ci sarebbero delle gravi responsabilità: in primis quella di avere dei tombini aperti lungo le vie della città (a quanto pare per il furto dei coperchi) senza che si provveda a chiuderli o a transennarli. E poi che, conoscendo questo grave pericolo rappresentato da delle vere e proprie trappole, si dia licenza di circolare con carrozze trainate da cavalli invece di imporre un divieto per motivi di sicurezza e di tutela dei cavalli. Non ci è dato sapere se la carrozza fosse a uso privato o svolgesse servizio turistico. In mancanza di risposte, da parte del Comune e dell’Asl, alle nostre richieste formali, ci rivolgeremo alla magistratura. (foto tratta da norbaonline.it)