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Approfondimento sull’Anemia Infettiva Equina

  • Veterinaria

(aggiornamento: marzo 2015)

L’Italian Horse Protection Onlus desidera puntualizzare, con questo documento, alcuni aspetti legati all’anemia infettiva equina che possono indurre i proprietari in confusione e portare gravi rischi per la vita di molti cavalli che non presentano alcun segno clinico di malattia.

L’anemia infettiva equina (AIE), è una malattia virale dei cavalli. La sua sintomatologia comprende attacchi di febbre alta, anemia, dimagrimento e calo del rendimento. In casi sporadici può sopraggiungere la morte improvvisa. In via teorica sono soggetti all’anemia infettiva tutti gli equidi.

La malattia si trasmette per via iatrogena (attraverso strumenti veterinari infetti) o attraverso insetti ematofagi (essenzialmente tabanidi). Più in particolare, i casi accertati in Italia di trasmissione iatrogena sono avvenuti attraverso emoderivati contaminati in un unico episodio, nel 2006.
I test attualmente utilizzati per determinare la positività alla malattia (ELISA e AGID o Coggins) rilevano unicamente l’avvenuto contatto tra il sistema immunitario dell’animale ed il virus. Secondo l’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani, “i cavalli positivi presentano un livello di viremia generalmente insufficiente per la trasmissione della malattia tramite insetti ematofagi” (ANMVI, 25 novembre 2009), quindi i soggetti semplicemente positivi alla malattia non sono, in linea generale, fonte di contagio. Diverso è il caso dei soggetti realmente malati.

Secondo l’IZSLT (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, che è attualmente il Centro di Referenza nazionale per questa malattia), nel periodo di sorveglianza 2007/2011, su 1.080.043 cavalli esaminati, 1.479 sono risultati positivi, cioè lo 0,14%. Maggiore la proporzione dei positivi fra i muli (736/12.000). Modeste invece le prevalenze negli asini, tra i quali sono stati accertati solo 35 casi.

Percentuali bassissime dunque, soprattutto tra i cavalli e gli asini. Ma il dato che più salta all’occhio è che in tutti questi anni, all’osservatorio epidemiologico del Centro di Referenza per l’Anemia Infettiva, non sono stati documentati casi di malattia conclamata, secondo quanto riportato dal Dott. Marcello Sala del Ministero della Salute: si parla solo di cavali risultati positivi al test anticorpale, nei quali la viremia è “generalmente insufficiente a contagiare altri equini”.

Non solo: dal convegno tenuto a Roma nel 2011 è venuto fuori un interessante chiarimento sulle modalità di trasmissione, risultando che il vero rischio è rappresentato da improprie gestioni di strumenti veterinari, quali siringhe, aghi o attrezzi chirurgici.

Secondo il Dott. Issel, del Gluck Equine Veterinary Center - Università del Kentucky, parlare di contagio attraverso gli insetti è qualcosa che rimane poco più che nel campo della teoria: un tafano che, per ipotesi, succhi sangue da un cavallo sieropositivo, manterrà nel proprio apparato buccale una quantità infinitesimale di sangue, insufficiente a infettare un soggetto sano (sempre nell’ipotesi che il tafano si sposti dal primo al secondo cavallo). In ogni caso, nella “bocca” del tafano, il virus si estingue in un tempo brevissimo: tutto ciò rende assai poco probabile l’ipotesi di contagio attraverso insetti vettori.
Dunque è forse più corretto e sensato dire che il vero fattore di rischio non è l’insetto, ma bensì l’uomo: il contenuto residuo di sangue in un ago appena usato, al contrario della bocca del tafano, è sì in grado di infettare un altro cavallo.

In base alle attuali normative, in Italia gli equidi rIsultati sieropositivi ai test anticorpali devono essere tenuti separati dagli altri, perché in teoria potrebbero subentrare delle situazioni stressanti come il lavoro, altre malattie, trattamenti con cortisonici ecc… che favorirebbero la riacutizzazione dell’AIE e a quel punto rappresentare un rischio, visto che la viremia nel soggetto positivo aumenta. Circostanza, questa, mai avvenuta sino ad oggi in alcuno dei cavalli sieropositivi da noi ospitati.

PER SAPERNE DI PIU’:

DOSSIER IHP sull’AIE

VIDEO IHP sull’AIE

La storia di CSINSZKA

Caso Saphira, incontro IHP - FNOVI - 20 febbraio 2015

Saphira, uccisa dall’ignoranza senza alcuno scrupolo - 10 ottobre 2014

Anemia Infettiva Equina, i dati usciti dal convegno del 1 ottobre 2012 a Roma

25 gennaio 2011 - Lettera dalla "mamma" di Rocket

24 gennaio 2011 - AIE, richiesta di conferma all’On.le Francesca Martini

18 gennaio 2011 - Liberiamo Rocket!

14 gennaio 2011 - Rocket, l’Anemia Infettiva e la logica

9 gennaio 2011 - Rocket, storia di un’ingiustizia

Video: Rocket, una cavalla da ascoltare

Video: Rocket quando era libera

Intervista alla proprietaria di Solanos - 10 aprile 2010


Bibliografia:

- Leroux C., Cadorè J.L., Montelaro M.C. Equine Infectious Anaemia Virus (EIAV): What has HIV’s country cousin got to tell us? Vet. Res. 35: 485-512, 2004.

- Timoney J.F., Gilledpie J.H., Scott, F.W. and Barlough, J.E.: Microbiology and infectious diseases of domestic animals, 8th edition (1988) Comstock Pub. Co., Ithaca NY.

- Harrold S.M., Cook S.J., Cook R.F., Rushlow K.E., Issel C.J., Montelaro R.C.: Tissue Sites of Persistent Infection and Active Replication of Equine Infectious Anaemia Virus during Acute Disease and Asymptomatic Infection in Experimental Infected Equids.

- Issel, C.J. and Coggins, L.: Equine Infectious anaemia: Current Knowledge. J.A.V.M.A. 174:727-733, 1979.


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