...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

SOFIA - aprile 2022

Non ho avuto bisogno di essere convinta: sognavo la mia esperienza a Italian Horse Protection da tanto di quel tempo che avevo paura che non arrivasse più. Ma per quelli un po’ indecisi voglio raccontare cosa significa fare due settimane di volontariato a IHP.

È probabile che arriverete di sabato, con un’auto piena di valige o scaricati dal pullman alla fermata traballante di Frazione Mura-Montaione.

Ci sarà il sole e non riuscirete a smettere di sorridere. Le colline verdi, i cavalli in lontananza, il cancello con il logo di IHP chiuso davanti a voi.

Finalmente siete arrivati e l’avventura che avete sognato nei minimi dettagli nei mesi precedenti sta per iniziare.

Sonny vi accompagnerà nell’appartamentino a disposizione dei volontari, vi consegnerà le chiavi e vi spiegherà le regole di casa.

Ascolterete una parola su dieci, sarete troppo impegnati a immaginare quanto sarà pittoresca la vostra vita nelle prossime settimane.

“…in casa non c’è connessione…”

Non vedo l’ora di cominciare!

 “…non c’è la televisione…”

Passerò tutto il mio tempo con i cavalli!

“…se finisce il gas bisogna…”

Ma guarda quanto sono belle le travi a vista!

Sarete talmente eccitati che non riuscirete a prendere sonno e salterete come grilli al primo trillo della sveglia alle 06:00. Infilerete i jeans aderenti, i vostri eleganti scarponcini della gita della domenica e alle 7 spaccate sarete davanti al cancello.

Fa freddo la mattina, anche se c’è il sole portatevi un maglione di pile.

Sonny non si perderà in grandi cerimonie.

Postazione del pegus, barbabietola, crusca…qui c’è la tabella con le dosi…qui il fioccato, qui i secchi… Nel giro di 10 minuti sarete investiti da nozioni sulla preparazione del cibo, regole per la somministrazione dei pasti e una dozzina di nomi di cavalli.

Ne ricorderete mezzo, probabilmente pronunciato male.

Bisogna essere precisi e veloci perché i cavalli aspettano di mangiare, e se aspettano troppo diventano irrequieti.

Entro le 7:30 bisogna aver caricato fieno e cibo sulla Land Rover. Consiglio: non chiamatela Jeep, o tanto peggio Furgone. È una Land Rover.

Memorizzate le posizioni dove mangiano i cavalli, dove si appendono cavezze e lunghine, e attenti a non lasciare il secchio del fioccato a portata di Pedro: quando vuole è più silenzioso di un ghiacciaio.

Finiti i pasti bisogna lavare i secchi (sono 19), riempire le reti di fieno, aiutare a fare la vaporiera, pulire i box e mettere nuova paglia.

Il turno finirà alle 11. Per allora almeno due cavalli vi avranno sbavato e sputacchiato pegus su capelli e maglietta, i jeans saranno marroni di polvere, vi sarete chiusi le dita nella porta del box, inciampati nel recinto e tirato giù tre starnuti per la polvere della paglia.

Fatelo il richiamo dell’antitetanica prima di partire.

Nella pausa tra un turno e l’altro dormirete. Alle 17:30 bisogna ricominciare e, meglio, raccogliere le forze.

La sveglia del secondo giorno sarà meno allegra. Per allora dovrete aver imparato a fare e disfare il famoso “nodo alla Sonny”, a riempire i mestoli rasi e i mezzi misurini di olio di mais. Più confidenti nel lavoro da svolgere, vi azzarderete ad accarezzare un cavallo mentre mangia, che puntualmente ruoterà le orecchie all’indietro e vi farà capire che la colazione la fa benissimo anche senza di voi (…non preoccupatevi, scoprirete dal terzo giorno che a Valentino non piace compagnia finché ha la testa giù, per la carezza era meglio Julia).

Ma vi farà venire i dubbi: forse non sono poi così capace coi i cavalli? Eppure il cavallino del maneggio dove andavo a 14 anni era talmente buono… è evidente che a loro non piaccio…

Il terzo giorno pioverà, prima o poi doveva succedere.

Portatevi un buon k-way di quelli che non fanno passare neanche una goccia d’acqua perché se bagnerete il maglione di pile non si asciugherà prima che torni il sole. Serviranno anche buoni stivali di gomma, con suole a carrarmato altrimenti vi troverete a pattinare su 10 cm di fango liquido. Non sarà facile, tutto pesa di più da bagnato.

Andrete a letto alle 21:30 quel giorno, dopo aver buttato i jeans nell’indifferenziata e aver calato il bidone dalla finestra perché neanche le forza di fare le scale fino al piano terra avrete più.

Sarà il momento in cui forse penserete che avrete preteso troppo da voi, che vi manca internet, che la puzza di pelo bagnato non andrà mai via dai vestiti.

Tenete duro, fare volontariato significa mettersi alla prova, è un’avventura non un giro turistico. E poi il quinto giorno sarà tornato il sole e sarete riusciti ad asciugare le calze.

Arriverete al Centro con 5 minuti d’anticipo e sorriderete al raglio di Pedro. Avrete imparato come legare i secchi di Sissi e Romina, come dare da mangiare a Stella senza che si perda e come caricare i bidoni di fieno sul rimorchio senza farvi uscire le scapole.

Forse ci vorrà ancora qualche giorno per prevedere con assoluta precisione l’odine dei cavalli da rimettere nel paddock a fine pasto, ma avrete imparato il momento giusto per infilare la cavezza a Valentino e come portare Giulia e Starlight in un colpo solo.

Diventerete più rapidi e sicuri, e Sonny troverà il tempo per farvi vedere come districare i nodi della criniera, come usare un nettapiedi, come impostare il timer della vaporiera e la giusta quantità d’acqua per preparare il pegus.

Dopo una settimana la suola dei vostri poveri scarponcini cederà sotto il peso delle lunghe camminate su per la collina: poco male, troverete un negozio di abiti da lavoro con scarponi veri questa volta.

Sarete meno stanchi, e anche se avrete le gambe puntellate di lividi troverete l’iniziativa per fare qualche gita nei borghi vicini. Vi consiglio Certaldo e San Gimignano, davvero da non perdere.

Sonny forse vi darà le chiavi del cancello d’ingresso, per essere sicuro che, anche se farà tardi, i cavalli avranno da mangiare e staranno bene.

Vi sentirete utili e vi ritroverete a parlare di cavalli, con i cavalli e solo di cavalli con chiunque. Riempirete Sonny di domande sulle dinamiche all’interno del branco, sulla diversa comunicazione dell’asino e su come percepisce il mondo un cavallo cieco.

Quando vi renderete conto che mancano tre giorni alla partenza, i vostri capelli avranno preso la consistenza della paglia ma ogni sera, dopo la fine del turno, andrete in cima alla collina per vedere il tramonto dietro i campi, mentre Panda pascola tranquillo e Olimpique vi annusa alla ricerca dell’ultimo pezzo di carota nascosto in fondo alle tasche.

Starete bene e vi sentirete vivi.

L’ultimo giorno non vi riconoscerete più allo specchio, quando chiuderete la valigia vi chiederete se è davvero quello che volete. Forse il posto che state lasciando può darvi di più di quello a cui state per tornare.

Anche se è faticoso, pieno di polvere e sa di paglia bagnata.

Vi ha cambiato e semplicemente ora fa parte di voi.

Consiglio di fare volontariato di IHP, partite carichi di aspettative e siate pronti a farvele smantellare tutte.

Date fondo a tutte le energie che avete, non risparmiatevi.

Tornerete pieni di vita.

E, se siete fortunati, deciderete di non tornare proprio.