(estratto da un articolo del Daily Mail – www.dailymail.co.uk)
Ancora una volta immagini scioccanti provenienti dalla Cina, di stalloni ricoperti di sangue, documentano il fenomeno dei combattimenti tra cavalli. Forse ancora più impressionante, dal punto di vista culturale, è sapere che non si tratta di una pratica clandestina e illegale, ma bensì di un vero e proprio evento annuale, che si svolge ad Antai e che vede il coinvolgimento di migliaia di persone.
Gli stalloni sono spinti ad aggredirsi e a combattere ferocemente tra di loro: prima vengono condotti vicino a una femmina in calore, poi questa viene allontanata mentre i due stalloni entrano in contatto. Se gli stalloni si rifiutano di combattere vengono frustati, mentre colpi di pistola vengono sparati per impaurirli ed eccitarli ancora di più.
Tutto ciò mentre migliaia di persone assistono, fotografano, filmano: sono cinesi, ma ci sono anche molti turisti.
Associazioni come Peta e International Fund for Horses da tempo conducono una campagna di informazione sul fenomeno e tentano di creare una pressione da parte dell’opinione pubblica contro questa pratica incivile.
Il combattimento tra cavalli è considerato illegale in quasi tutto il mondo, tranne in Paesi come le Filippine, l’Indonesia, la Corea del Sud e la Cina.
La chiamano tradizione, mentre è solo l’ennesima vergogna legata allo sfruttamento di animali, a cui speriamo che venga posta fine al più presto.
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