...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Sperimentazione animale, risposta di Italian Horse Protection a ANMVI e SIVAL

14/05/2012

(14 maggio 2012)

L’IHP Italian Horse Protection association con il presente comunicato intende controbattere ai contenuti della lettera inviata il 7 maggio al Presidente della Repubblica da Marco Melosi e Massenzio Fornasier (presidenti dell’ Associazione Medici Veterinari Italiani e della Società Italiana Veterinari Animali da Laboratorio), nella quale viene chiesto che si continui nell’utilizzo della sperimentazione animale senza lasciare spazio a proposte di una sua riduzione a favore dei metodi alternativi.

La lettera lascia quantomeno perplessi, perché proprio dal mondo veterinario ci aspetteremmo la ricerca di nuove e più affidabili soluzioni nel campo della ricerca e non, ancora una volta, l’insano tentativo di difendere pratiche sempre meno giustificabili per motivi sia etici che scientifici, barricandosi dietro una mentalità conservatrice, tipica di una società chiusa che ha difficoltà a guardare oltre, a cercare nuove strade che portino ad un più equilibrato concetto di società civile.

La sperimentazione animale ha comportato, e continua a farlo, grandi errori e ritardi nella scienza. Gli animali da laboratorio danno i risultati più svariati, si può dimostrare o confermare qualsiasi ipotesi si desideri.

Vorremmo far presente ad ANMVI e SIVAL che fare a meno di alcune modalità di ricerca obsolete o rifiutate per motivi etici dalla popolazione non é di ostacolo ma di stimolo alla ricerca scientifica. Inoltre, se si ammette che i ricercatori possano prescindere da considerazioni etiche nel loro lavoro, si riapre la strada anche all’uso di umani per esperimenti, come già avvenuto in passato in nome di una scienza senza coscienza.

Nella loro lettera, Melossi e Fornasier si augurano che “il dibattito all’interno della società civile rientri nell’alveo della democrazia e del rispetto dei valori della Costituzione” e citano un intervento del Senatore D’Ambrosio Lettieri a supporto della sperimentazione animale.

Se ci si appella alla democrazia, bisogna chiedere alla popolazione che cosa ne pensa, non solo a chi effettua quelle pratiche, altrimenti questa é una palese violazione del processo democratico.

E poi la citazione di un solo senatore (che ha effettuato esperimenti su animali?) all’interno di un dibattito in una Commissione del Senato non é prova di alcunché: é la legittima opinione di una sola persona che conta quanto quella di qualunque altro parlamentare: è anche questo il segno di una particolare tendenza a cercare di confondere le acque mischiando opinioni e fatti.

La comunità scientifica é divisa sull’argomento, quindi non esistendo il coro unanime che questa lettera vuole presentare é opportuno adottare il principio di maggiore tutela degli animali dalla sofferenza, come anche richiesto dall’Art. 13 del Trattato di Lisbona.

Fortunatamente il mondo scientifico si sta ribellando ad una ricerca che non condivide ed i segnali sono molteplici, tra cui: il bando totale dei test per i cosmetici su animali nel 2013, la regolamentazione REACH (7FP), DG enterprise europea per i metodi alternativi e critiche al modello animale in recenti pubblicazioni scientifiche (LAV, M. Kuan, …).

Esistono, e molti sono in fase di validazione, metodi alternativi alla sperimentazione animale dimostratisi più predittivi e attendibili, tra cui tecniche in vitro, analisi chimiche, ricerca clinica (analisi su materiale biologico umano, analisi genetiche, tecniche di imaging), studi epidemiologici, dimostratisi fondamentali nella lotta al cancro, modelli di bioinformatica e nuove tecnologie come microcircuiti cellulari e organi bioartificiali.

Dott. Vet. Paolo Baragli
Responsabile Scientifico IHP