...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Evidenze di biofilm batterici nelle ferite equine

  • Veterinaria

(4 febbraio 2011)

Evidenza di biofilm batterici nelle ferite equine
Come nell’uomo, potrebbero spiegare la difficoltà di guarigione delle ferite croniche in questa specie

(fonte: vet.journal)

Il rischio d’infezione delle ferite è elevato nel cavallo. Le ferite infette ospitano popolazioni diversificate di microrganismi, in alcuni casi di difficile identificazione e resistenti al trattamento antibiotico e cui conseguono ferite croniche di difficile guarigione. Nell’uomo, questa condizione è stata attribuita alla capacità dei batteri di sopravvivere in uno stato fenotipico di biofilm. È noto che i biofilm ritardano la guarigione delle ferite, principalmente per la loro resistenza alle terapie antibiotiche e alle componenti della risposta immunitaria innata.

Uno studio descrive la presenza di biofilm batterici nelle ferite equine. Si prelevavano 13 campioni tissutali del diametro di 8 mm da 18 ferite croniche. Dopo la colorazione istologica, i campioni venivano esaminati per identificare la presenza di biofilm. Si prelevavano inoltre campioni da 51 ferite e sedi cutanee di controllo utilizzando tamponi sterili. Le sedi cutanee di controllo erano situate nella stessa sede anatomica della ferita ma sul lato non affetto dell’animale. I batteri isolati venivano coltivati in condizioni sia aerobie sia anaerobie. Il potenziale di formazione di biofilm di tutti i batteri isolati veniva determinato utilizzando un test di microtitolazione standard con violetto di genziana.

I campioni tissutali colorati fornivano evidenze di presenza di biofilm nel 61,5 % delle ferite equine (8 su 13). In totale, si identificavano 340 isolati batterici da tutte le ferite e tutti campioni cutanei. Le specie batteriche isolate in maniera predominante erano Pseudomonas aeruginosa nelle ferite ed Enterococcus faecium nei campioni cutanei. Lo stafilococco era il genere più frequentemente isolato in entrambi gli ambienti. I batteri coltivati dalle ferite croniche e acute mostravano un potenziale formante biofilm significativamente superiore rispetto a quelli isolati dalla cute.

Lo studio riscontra evidenze preliminari a sostegno della presenza di biofilm e di un’elevata diversità microbica nelle ferite croniche del cavallo, concludono gli autori. La presenza di biofilm nelle ferite equine spiega parzialmente la riluttanza alla guarigione di molte ferite delle estremità distali degli arti. Queste ultime costituiscono un problema economico e di benessere animale ben documentato nel cavallo. Queste conoscenze possono essere utilizzate al fine di individuare nuovi trattamenti in grado di accrescere il tasso di guarigione e ridurre le sofferenze e i costi associati alle ferite equine.



“Microbiology of equine wounds and evidence of bacterial biofilms”  Westgate SJ, Percival SL, Knottenbelt DC, Clegg PD, Cochrane CA. Vet Microbiol. 2011 Jan 11.


Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD
mg.monzeglio@evsrl.it