...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Quercia

Quercia è stata dichiarata positiva a maggio del 2010. Anche lei ha convissuto per anni con altri cavalli, in un maneggio in provincia di Perugia, senza mai sviluppare la malattia e, soprattutto, senza mai trasmettere il virus agli altri, con cui stava a stretto contatto.
La sua proprietaria Tanja ha tentato varie soluzioni per tenere con sé la cavalla, a cui era molto legata: Quercia infatti era solo una puledra quando arrivò al suo centro ippico nel 2001.

Questa è una parte della lettera scritta da Tanja (che è di origine svizzera) il 10 giugno 2010, a testimonianza dell’atteggiamento che devono ingiustamente subire i proprietari di cavalli considerati positivi all’anemia infettiva equina:
“Purtroppo fra gli ultimi test di Coggins c’è n’è uno positivo ed è proprio la murgese, quella più amata da tutti. Veramente non capiamo come sia potuto accadere, ci sembra impossibile. Abbiamo chiesto all’USL di fare un altro test per essere proprio sicuri ed anche per vedere se magari c’è stato qualche errore (si vede che gli errori succedono, perché da 16 test sono arrivate solo 15 risposte…uno non si sa dove è finito…) però loro non sono più disponibili a ripeterlo e ci spingono di fare la macellazione. Ci sembra assurdo andare ad ammazzare una cavalla sana, bella, brava, valida e tanto dolce.
Ci piange veramente il cuore. Tenere isolato un cavallo dovrebbe essere vietato e per noi conta come un maltrattamento.
Con grande gioia vi ho trovato su internet e siete la mia unica speranza se la mia “Quercia” dovesse essere veramente positiva. Per favore aiutateci!”

Quercia è arrivata al centro di recupero IHP il 23 settembre 2010 e da allora vive felicemente in branco insieme ai suoi nuovi amici, tutti in perfetta salute. La sua storia, come quella di Nestore, Foxy e degli altri ospiti “sotto sequestro sanitario”, testimonia come l’attuale normativa vada cambiata, mettendo fine a un piano di controllo non necessario, costoso e che crea inutili disagi ai proprietari dei cavalli (quando non addirittura abbattimenti di animali sani), mentre contemporaneamente il nostro Paese non effettua il minimo controllo sugli equini importati a scopo di macellazione o che, per qualsiasi altra ragione, provengano dall’estero, dimostrando così quello che noi sosteniamo da anni e cioè che l’AIE non è pericolosa e non è facilmente trasmissibile. Quando finirà questa contraddizione?

Firma l’appello per liberare Rocket, altra vittima della normativa sull’AIE…una cavalla ingiustamente posta sotto sequestro sanitario e isolata in un box!