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essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Ippica, sport equestri, folklore e palii: 4 cavalli morti, mentre Siena ingaggia un fantino indagato

10/07/2014

(10 luglio 2014)

Due cavalli morti in un solo giorno in corse di galoppo. Un altro in una gara di completo, dove ha perso la vita anche un ragazzo di 26 anni. Un altro ancora durante una manifestazione folkloristica. E’ il bilancio solo degli ultimi 30 giorni. Mentre a Siena viene ingaggiato il fantino che fu denunciato lo scorso anno per la morte di un cavallo al palio di Asti.

Il 14 giugno, all’ippodromo di San Siro, in due diversi incidenti, muoiono i cavalli Mister Sha e Messico. La società di corse attribuisce gli incidenti alla non perfetta preparazione della pista e all’errore di un fantino. Ma tutto va avanti come se nulla fosse: non un’inchiesta, non una sospensione delle gare. Cavalli abbattuti e portati via, come pezzi rotti da sostituire. Erano forse curabili? Nessuno lo saprà mai con certezza, come sempre in questi casi. Se la pista non era adatta a correre, chi ne ha permesso l’utilizzo e ne risponderá quindi legalmente?

Nello stesso giorno, a Luhmühlen in Germania, é morto il cavallo Liberal: si é accasciato in prossimità di un ostacolo e per lui non c’è stato niente da fare. Gli organizzatori parlano di possibile rottura dell’aorta: stessa causa della morte di Hickstead e di altri cavalli negli ultimi anni, in varie circostanze (v. Cypriano, King Artus)…sarà una coincidenza?

Il 6 luglio scorso, a Sedilo in Sardegna, muore un cavallo a seguito di una terribile caduta durante la cosiddetta Ardia: è una manifestazione folkloristico-religiosa durante la quale si svolge una processione a cavallo, che prevede tre tappe finali al galoppo sulla strada sterrata in mezzo alla folla e poi diversi giri intorno al santuario dedicato all’imperatore romano Costantino. Basta guardare le immagini per capire quanto sia alto il rischio di incidente, a fronte di nessuna misura di tutela né dei cavalli né degli spettatori.

Il 2 luglio si corre invece il palio di Siena, che da sempre si autocelebra come esempio di rispetto per i cavalli (pur essendo stati decine quelli morti e incalcolabili i feriti nelle varie edizioni): ebbene, quel giorno tra i fantini sulla linea di partenza c’è Jonathan Bartoletti, denunciato lo scorso anno per la morte del cavallo Mamuthones al Palio di Asti, dal quale è stato squalificato per 10 anni “per aver tenuto un comportamento gravemente imprudente, pericoloso ed inadeguato, poiché fiaccava e frustava violentemente il cavallo pur essendo il canapo ancora tirato”. Ancora una volta è la dimostrazione che la parola rispetto per gli organizzatori del palio senese ha un significato tutto particolare e che la vera tradizione è ormai persa da tempo, a favore dello spettacolo e del lucro fatto sulla pelle degli animali.

“Fatti avvenuti in contesti completamente diversi, ma tutti legati da un filo comune: la morte di animali che per loro natura starebbero ben lontani da piste, ostacoli, campi gara e folle urlanti, se potessero scegliere.” - dichiara Sonny Richichi, presidente IHP - “Chi è dentro quegli ambienti lo considera un male necessario. Noi invece auspichiamo che ci sia una presa di coscienza da parte di chi si avvicina a questi animali, comprendendo che il rispetto e questo tipo di uso sono in evidente antitesi tra di loro. In alcune corse dei miglioramenti hanno potuto limitare danni prevedibili; in altri casi il divieto di tali manifestazioni é lunica cosa sensata da fare. Chiediamo un’ennesima volta alle autoritá competenti di non chiudere gli occhi di fronte a questi ripetuti atti di abuso degli animali”.