...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

TURCHIA: I muli nel mirino dell’esercito

25/05/2015

Shahdi Alkashif per BBC World Service, Turchia, 3 maggio 2015
http://www.bbc.com/news/magazine-32554496
(tradotto in italiano da IHP Italian Horse Protection Onlus)

Quando si usa il termine “muli” coinvolti in traffici illeciti normalmente ci si riferisce agli esseri umani, ma in un angolo remoto della Turchia sono i quadrupedi che trasportano merci illegali attraverso il confine con l’Iraq. E sono loro adesso che ne pagano le conseguenze.

Attenzione: questo articolo contiene foto che potrebbero urtare la sensibilità delle persone. Per vederle CLICCA QUI.

A 1300 km. ad est di Ankara si snoda il confine tra Iraq e Turchia tra montagne aspre e villaggi curdi sparsi sulle colline e connessi tra loro da sentieri sterrati e strade sconnesse.

Da decenni, i calanchi di Sirnak sono stati protagonisti di schermaglie tra i separatisti curdi e l’esercito turco. Ultimamente però l’esercito ha spostato la sua attenzione sui contrabbandieri, e pare che un paio di settimane fa abbia ucciso a colpi di arma da fuoco 25 muli che procedevano senza accompagnamento.

Dopo aver visto sui social media le foto di questi animali lasciati morti o feriti lungo una collina innevata, decisi di recarmi presso il remoto villaggio di Uludere, per capire se quello che si diceva fosse vero. Tristemente, credo di aver trovato una conferma.

Al mio arrivo, gli abitanti del villaggio circondarono la mia vettura, felici e allo stesso tempo arrabbiati di vedermi. Mi chiedevano perché ci fosse voluto così tanto tempo prima che un giornalista arrivasse sulla loro montagna.

Capii presto che qui e nei villaggi confinanti, il contrabbando di sigarette e benzina sono le sole attività possibili. Gli abitanti non ritengono queste attività sbagliate, è solo una questione di sopravvivenza. “Non lo chiamiamo contrabbando“ mi ha detto una persona del villaggio “per noi è commercio“.

Per il Governo turco le cose stanno diversamente. Si dice che un miliardo di sigarette di contrabbando entrano nel paese ogni anno, un smercio che costa 3 milioni di dollari all’economia turca.

Uludere è tristemente famosa in Turchia per un incidente occorso nel dicembre del 2011, quando due jet F16 mitragliarono un convoglio di contrabbandieri e uccisero 34 persone. Il Governo dichiarò che il convoglio era stato scambiato per un gruppo di miliziani curdi.
A seguito di questo incidente i contrabbandieri locali decisero che il viaggio verso l’Iraq era troppo pericoloso. Capirono presto, tuttavia, che i loro muli potevano percorrere i 24 km (15 miglia) fino al confine con l’Iraq da soli. L’unica cosa che i loro proprietari dovevano fare era indirizzarli lungo il percorso giusto con le bisacce vuote, e sarebbero tornati carichi di articoli di contrabbando. Il traffico illecito continuò.

Ma il 23 marzo, la mattina presto, un gruppo di uomini uscì per raccogliere la legna. Stavano sorseggiando un tè, raccontano, quando udirono degli spari. “Corremmo a soccorrere i muli“ mi disse un uomo “tenevamo gli animali per le redini, eravamo accanto a loro, ma hanno continuato a sparare, siamo sopravvissuti per miracolo“.

L’esercito non mi ha permesso di avvicinarmi al luogo dell’incidente. Ma tutte le persone del villaggio hanno foto e video dei muli sui loro cellulari, scattate quando finalmente riuscirono a tornare sul posto. I corpi contorti degli animali sono fotografati uno dietro l’altro, in fila. Non erano stati uccisi con un colpo solo, ma apparentemente da raffiche di proiettili di armi automatiche. Alcuni furono solamente feriti e sopravvissero. Le persone del villaggio mi hanno raccontato di un mulo colpito da una raffica di proiettili che gli aveva quasi staccato una gamba.
Altri attacchi seguirono a quello del 23 marzo, e continuano ancora.

Bruttino, coraggioso e tenace, il mulo è indispensabile a Sirnak, si potrebbe chiamare la risposta locale alla Toyota Landcruiser. Il suo prezzo si aggira tra i 4.000 e i 10.000 dollari.
Per le persone del villaggio, gli animali non sono solo un mezzo di trasporto. Ognuno di loro ha un nome e la loro personalità e genealogia di sono conosciute da tutti. Potevo indicare qualsiasi mulo e uno dei ragazzi locali era in grado di dirmi quale cavalla era sua madre e quale asino suo padre. “Questo mulo è più importante per me che i miei figli“ mi ha detto un uomo con un tocco di esagerazione “è parte della mia famiglia“.

Alcune persone del villaggio credono che il contrabbando non abbia niente a che vedere con la morte dei loro animali. Dicono che l’esercito turco vuole solamente terrorizzare la comunità. “Perché non uccidono i muli lungo il confine iraniano?“ si chiede uno di loro.

Sevgi Ekmkciler, attivista turco che si batte per i diritti degli animali, dice che in realtà due mesi fa spararono a circa 100 muli vicino al confine iraniano. Ma poiché i colpi furono sparati da una distanza più grande - probabilmente per evitare scaramucce con gli iraniani - gli animali furono solo scacciati e non uccisi.

Un giorno agli inizi di aprile un gruppo di abitanti del villaggio di Uludere percorse i 100 km che lo separano da Sirnak, capitale della regione, per protestare davanti al Comune. Furono dispersi con l’uso di gas lacrimogeni.

Ad un incontro con alcuni gruppi animalisti, Ali Ihsan Su, governatore di Sirnak, ha negato che l’esercito aveva preso di mira gli animali. “I muli furono spaventati dai colpi di arma da fuoco e precipitarono dalla montagna“ ha detto, aggiungendo che la cosa migliore che potevano fare gli abitanti dei villaggi per i loro muli era di smettere di usarli per il contrabbando. Ekmekciler pensa che debbano essere ritenuti responsabili sia l’esercito che i trafficanti.

Ma per questi curdi i legami etnici e familiari vanno oltre i limiti imposti dalla politica, e sembra difficile che possano dare retta agli avvertimenti del governatore. “Metà della mia famiglia abita dalla parte irachena“ ha detto una persona del villaggio. “L’esercito ha ucciso i miei muli e mio cugino. Non permetterò che i miei figli muoiano di fame. Anche se continueranno ad ammazzare tutti i miei muli, ne comprerò altri e continuerò a fare contrabbando“.

Grazie a AWAT per averci segnalato l’articolo