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Caso Saphira, incontro IHP - FNOVI

20/02/2015

(20 febbraio 2015)

Il presidente IHP è stato invitato ieri a Roma presso la sede della FNOVI Federazione Italiana dell’Ordine dei Veterinari Italiani, nell’ambito di una riunione della Consulta Nazionale su etica, scienza e professione veterinaria, per una audizione sulla vicenda di Saphira, la cavalla mandata al macello dopo essere risultata positiva al test per l’anemia infettiva equina (leggi il nostro articolo).

L’IHP aveva chiesto urgenti chiarimenti e aveva inviato un esposto, condannando il modus operandi dei veterinari dell’ASL di Brescia che, a fronte di una normativa che sempre più favorisce il mantenimento in vita e il benessere di equidi sieropositivi, non aveva concesso neanche un giorno di tempo al proprietario per cercare soluzioni. Peggio ancora, gli aveva prospettato solo le possibilità di abbattimento o macellazione: a causa di questo e delle pressioni subite anche dai frequentatori del circolo ippico, il proprietario aveva quindi firmato un’autorizzazione all’abbattimento, credendo che la cavalla sarebbe stata sottoposta a eutanasia (cosa che comunque IHP avrebbe considerato illegale e prontamente denunciato), scoprendo invece con sconcerto - e solo grazie alla nostra istanza di accesso agli atti - che Saphira è stata macellata presso il macello pubblico di Rovato, nello stesso giorno in cui si emanava l’ordinanza di sequestro sanitario.

Di fronte ai veterinari della FNOVI abbiamo potuto argomentare tutti gli aspetti della vicenda e, più in generale, la gravissima confusione normativa su un argomento che può riguardare la vita e la morte di animali perfettamente sani, bollati come appestati a causa della scarsa conoscenza della materia da parte dei proprietari e spesso anche degli stessi veterinari.

"Ringraziamo la FNOVI e il suo Presidente Dott. Penocchio per l’apertura dimostrata nei nostri confronti" - dichiara Sonny Richichi, presidente IHP - "Siamo stati ascoltati con grande attenzione e abbiamo potuto commentare i dati statistici e le attuali conoscenze sull’anemia infettiva equina, così come l’assurdità di quello che è accaduto a Saphira. Auspichiamo adesso una presa di posizione del mondo veterinario in duplice direzione: nei confronti del Ministero della Salute per chiedere una valutazione oggettiva della situazione attuale e di quanto sia veramente necessaria una sorveglianza, considerate le evidenze sulla scarsissima pericolosità dell’AIE emerse dopo ben 8 anni di piano di controllo nazionale. E nei confronti dell’Unione Europea per fare chiarezza sul fatto che i cavalli positivi non possano essere abbattuti, se non in presenza di un oggettivo stato di sofferenza dato dalla malattia conclamata.
Non sappiamo se verranno presi provvedimenti nei confronti dell’ASL di Brescia e del macello di Rovato, perché proprio la confusione normativa potrebbe far cadere nel vuoto la nostra denuncia. Speriamo che quanto successo possa almeno servire ad evitare scempi analoghi in futuro. Come già in passato, invitiamo i cittadini e i proprietari di equidi a segnalarci eventuali abusi"


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Saphira pochi giorni prima di morire