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IHP presenta un esposto sulla gestione di alcuni test connessi alla AIE

30/05/2012

(30 maggio 2012)

L’Italian Horse Protection ha appena presentato un esposto affinchè vengano puniti i responsabili dei reati connessi, tra gli altri, con l’illegittimo sequestro sanitario della cavalla di nome Rocket decretata positiva all’Anemia Infettiva Equina nonostante i test di riferimento abbiano avuto esito negativo.

Forse molti ricorderanno di Rocket, cavalla sotto sequestro sanitario dal 7 agosto 2010 costretta a vivere in condizioni non compatibili con la natura etologica degli equidi perché nonostante ben due test di Coggins negativi (unico test di riferimento in tutto il mondo, Italia compresa, per l’Anemia Infettiva Equina) le è stato fatto un test non autorizzato, per cui il laboratorio dell’IZS competente non è accreditato e per il quale non esistono in Europa anticorpi specifici atti alla valutazione dei risultati, che ha dato esito positivo.

IHP si è mossa sin dall’estate del 2010 per tentare di risolvere la questione in via bonaria ritenendo che dietro a tutto ciò ci fosse solo un errore del laboratorio. Errore grave per un laboratorio che è il Centro di Referenza Nazionale per l’Anemia Infettiva Equina, ma tutto sommato risolvibile; bastava ammetterlo e procedere al dissequestro. Invece ci siamo scontrati con un muro di cui sul momento non riuscivamo a comprendere le motivazioni a meno di non voler ammettere che l’orgoglio personale del funzionario che aveva ordinato il test e il relativo sequestro potessero aver giocato un qualche ruolo.

Grazie ad un inchiesta del quotidiano “La Repubblica” pubblicata lo scorso Aprile siamo venuti a conoscenza di quella che potrebbe essere una realtà diversa da quella che ci aspettavamo.

Questa la testimonianza ricevuta da “La Repubblica” di un proprietario di una mula (Marisa) anch’essa decretata positiva all’AIE sulla base dello stesso test non previsto dalla normativa vigente ed effettuato dallo stesso laboratorio in cui sono stati effettuati i test su Rocket: "Ho comprato Marisa e altri muli in Abruzzo nel 2006, negativa. A casa, un anno e mezzo dopo, me la trovano positiva. Fra me e mio cugino abbiamo dovuto macellare dieci animali, belli e in salute. Pagati 4mila euro l’uno, quando il mattatoio te ne dà 100. Per due mule positive, Marisa e Monica, fui contattato dal dr. Autorino [direttore del Centro di Referenza Nazionale per l’Anemia Infettiva Equina] attraverso la Asl di Arsoli. Mi offrì 300 euro ciascuna se le cedevo alla sperimentazione. Accettai."

A quanto risulta alla giornalista che ha condotto l’inchiesta si tratterebbe di un progetto finanziato dallo stesso Ministero della Sanità presso l’azienda Le Scalette ad Aprilia, che coinvolse 11 muli. Secondo quanto il dr Autorino ha riferito alla stessa giornalista i muli su cui è stata effettuata la sperimentazione sono stati poi macellati in barba, tra l’altro, alla normativa vigente sugli animali destinati alla sperimentazione.

Da qui la decisione di IHP di rimettere il tutto nelle mani della Magistratura.

Link storia di Rocket
Link interrogazione parlamentare del 8 maggio 2012
Link articolo repubblica