24/07/2025
È una fotografia impietosa quella tracciata oggi da la Repubblica, edizione di Palermo, a firma del giornalista Francesco Patané, sul mondo delle carrozze turistiche nel capoluogo siciliano. Un sistema che ruota attorno ai cosiddetti “gnuri”, i cocchieri di Palermo, i cui guadagni possono arrivare fino a 1.000 euro al giorno — ma il prezzo lo pagano cavalli stremati, esausti, spesso ex cavalli da corsa ormai inadatti al lavoro.
Scrive Patané: «Generazione 1000 euro, ma al giorno. Sono gli gnuri di Palermo, un gruppo di cocchieri che mal digerisce le regole e che guadagna quanto i gondolieri a Venezia, spremendo fino all’ultima stilla d’energia ex cavalli da corsa stanchi e spesso infortunati».
Il giornalista racconta un contesto fatto di licenze tramandate, elusione fiscale, mancanza di POS e pagamenti solo in contanti. Un’attività fiorente che trova il suo picco nei giorni di attracco delle navi da crociera, quando i cocchieri arrivano a fare anche dieci corse al giorno per turisti, chiedendo in media ben oltre i 100 euro a corsa — e in alcuni casi, fino a 500 euro.
Ma ciò che più allarma IHP è la totale mancanza di tutela per i cavalli coinvolti. Durante le recenti ondate di calore, il Comune ha disposto uno stop temporaneo alle carrozze. La reazione dei cocchieri è stata durissima. L’assessore al Benessere animale Fabrizio Ferrandelli racconta a la Repubblica:
«Lunedì, quando con il sindaco abbiamo firmato l’ordinanza di due giorni di stop totale (martedì e ieri) per il gran caldo, è successo il finimondo: volevano comunque andare al porto per non perdere i lauti incassi dei passeggeri stranieri».
Per far rispettare l’ordinanza, è stato necessario l’intervento della polizia municipale. Gli “gnuri” si sono poi recati in massa sotto gli uffici comunali per chiedere un incontro, al quale hanno partecipato Ferrandelli e l’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti.
«Abbiamo cercato di spiegare le ragioni del fermo — ha spiegato Ferrandelli — ma le posizioni sono rimaste molto lontane».
IHP esprime forte preoccupazione per il ritardo della Giunta nel ripresentare al Consiglio comunale la proposta di legge per l’abolizione delle carrozze a trazione animale, che era stata annunciata proprio all’inizio dell’estate e successivamente ritirata. A oggi, 24 luglio, non risulta ancora essere stata formalizzata né calendarizzata.
Nel frattempo, continuano a emergere episodi di maltrattamento e irregolarità. Il caso del cavallo Freedom LZ, accasciatosi a terra l’11 giugno in pieno centro, davanti al Teatro Politeama, ha suscitato grande indignazione. Freedom LZ è un cavallo da corsa di appena quattro anni, reduce da oltre 30 gare — l’ultima a Siracusa solo poche settimane prima. Il giorno dopo il collasso, era già di nuovo in strada.
«L’ho seguito e grazie ai vigili urbani è stato fermato. L’abbiamo sequestrato anche perché dal chip appartiene a una società maltese», ha dichiarato Ferrandelli. La vicenda è ora all’attenzione della procura.
Anche l’abusivismo dilaga: su 34 licenze autorizzate, il Comune stima almeno 14 cocchieri abusivi. Dall’inizio dell’anno, 12 carrozze sono state sequestrate, due delle quali confiscate definitivamente. Ma il sistema si rigenera:
«Per un calesse sequestrato nelle officine del rione Danisinni o della Zisa ne escono di nuove, assemblate con i pezzi di ricambio recuperati dagli altri cocchieri».
Un sistema chiuso, intergenerazionale, in cui «molti sono imparentati fra loro» e si coprono a vicenda, come è successo proprio nel caso di Freedom.
IHP chiede con forza che il Comune di Palermo mantenga l’impegno assunto e presenti subito la proposta per eliminare le carrozze trainate da cavalli, in favore di mezzi elettrici non violenti, come già accaduto in molte città europee.
Questa non è solo una battaglia per la legalità e la trasparenza, ma una questione di civiltà e giustizia per animali trattati come macchine da profitto.
Palermo ha l’occasione di scegliere il cambiamento e di diventare un esempio virtuoso. Il tempo delle promesse è finito. È ora di agire.
(fonte: la Repubblica – edizione di Palermo, articolo di Francesco Patané, giovedì 24 luglio 2025)
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