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Cavalli morti a Tignano: GIP rigetta archiviazione e dispone nuove indagini

06/03/2023

Il presidente Richichi: “Grande soddisfazione, non ci siamo mai arresi. Adesso si trovi la verità”.

Il GIP del Tribunale di Pisa ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dal PM lo scorso 30 maggio in relazione al procedimento penale aperto a seguito della morte improvvisa di 19 cavalli, tra il 2018 e il 2020, a Tignano, dove all’epoca dei fatti aveva sede il Centro di recupero di IHP (Italian Horse Protection). L’associazione, assistita dall’avvocato Alessandro Niccoli di San Miniato (PI), si era opposta alla richiesta di archiviazione, portando elementi a sostegno della propria richiesta, a partire dalla necessità di effettuare analisi del sottosuolo alla ricerca di eventuali sostanze tossiche. Il GIP Giuseppe Laghezza ha accolto l’opposizione di IHP e ha disposto nuove indagini che serviranno per comprendere di cosa siano morti i cavalli, se la loro morte sia da attribuire a cause ambientali oppure alla mano dell’uomo ed, eventualmente, chi sia l’autore delle uccisioni.

 “Siamo molto soddisfatti della decisione del GIP, che evidentemente ha ascoltato con attenzione la mia deposizione e si è convinto che la vicenda dei numerosi cavalli morti a Tignano (Volterra) presenti evidenti lacune nelle indagini medico-veterinarie – commenta il presidente di IHP, Sonny Richichi -. Per due anni, a più riprese, abbiamo chiesto alle autorità coinvolte l’istituzione di un tavolo di ricerca, così come l’effettuazione di indagini sul sottosuolo e l’integrazione delle indagini autoptiche con ricerche inspiegabilmente mai fatte, ad esempio quella del cianuro. Tutti appelli inascoltati”.

 “Trovo sconcertante il contenuto delle dichiarazioni di alcuni veterinari, tra cui il Dottor Rosario Fico, Responsabile del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria, che attribuisce la morte dei cavalli a un ‘problema gestionale’. Ancora peggiori le dichiarazioni della Dottoressa Giuliana Terracciano, l’anatomo-patologa dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa che ha eseguito gran parte delle autopsie, che fa riferimento a ‘una gestione alimentare probabilmente non idonea’, e quelle della Dottoressa Giusj Polizzi, Dirigente dell'USL Toscana Nord Ovest, che dichiarò: ‘I fattori sono a mio parere vari, tra cui età avanzata degli animali e per i primi casi legati al trasferimento in una stagione proibitiva e ambientali legati al pascolo povero’ – prosegue Richichi -. Affermazioni gravi e offensive verso un’associazione che dal 2009 accoglie e cura cavalli sequestrati per maltrattamento, avvalendosi delle migliori competenze veterinarie e senza peraltro ricevere fondi pubblici, svolgendo di fatto un servizio gratuito verso lo Stato. Frasi senza senso, ma che certamente avevano avuto un peso. Segnalo che da quando abbiamo lasciato Tignano e abbiamo spostato il Centro di recupero a Montaione ai cavalli non è accaduto più niente: i decessi registrati sono relativi ad animali morti serenamente di vecchiaia. Non ci siamo mai arresi al ‘nulla di fatto’, abbiamo lottato e protestato duramente per la mancanza di risposte, chiedendo a gran voce verità e giustizia. Adesso ci aspettiamo che le indagini vadano più a fondo, anche in base alle indicazioni fornite nella nostra opposizione all’archiviazione”.

 

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