...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
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Totilas, simbolo dell’ipocrisia di un mondo dorato

29/12/2020

Lo scorso 14 dicembre è morto, in una clinica veterinaria in Germania, il cavallo TOTILAS, a seguito di una grave sindrome colica per la quale era stato ricoverato e sottoposto a un intervento chirurgico.

La notizia della sua scomparsa ha fatto il giro del mondo e le ragioni di tanto clamore sono tutte riconducibili alla fama di cui era vittima suo malgrado.

Totilas è stato infatti il terzo cavallo più costoso al mondo di tutti i tempi: dopo aver fatto la sua prima gara all’età di 5 anni, nel 2010 fu venduto per 11milioni e 200mila euro.

Nel 2012 iniziò ad avere problemi fisici a ripetizione e nel 2015 fu ufficialmente ritirato dalle gare perché soffriva di una dolorosissima periostite, una patologia infiammatoria cronica grave che colpisce le ossa degli arti e che spesso è dovuta ad attività fisica eccessiva.

Dal 2015 fino alla sua morte Totilas ha fatto lo stallone da riproduzione: perennemente isolato in box, senza possibilità di socializzare con altri cavalli né di muoversi liberamente da solo. Tre prelievi di sperma alla settimana per alcuni mesi dell’anno, provette vendute a peso d’oro. L’associazione internazionale PETA si era mossa per denunciare che questo sistema di detenzione era in violazione della legge tedesca sul benessere degli animali. La stessa PETA che nel 2012 denunciò l’allenatore e cavaliere Matthias Rath, attuale comproprietario, per l’uso eccessivo del rollkur (l’iperflessione del collo) durante gli allenamenti del cavallo.

Totilas era stato un campione di DRESSAGE, ritenuto lo sport d’élite tra tutte le discipline equestri, praticato e frequentato da gente importante o presunta tale, espressione di alta borghesia, se non addirittura di aristocrazia, che guarda dall’alto in basso le altre discipline e in particolare le corse in ippodromo.

Nel dressage (che tradotto e adattato dal francese è “addestramento”), il cavallo deve eseguire precise figure e movimenti in un rettangolo. È una vera e propria prova di obbedienza, perché i movimenti devono essere perfetti, armonici, alle tre andature. Ogni figura eseguita riceve voti da 1 a 10. Nelle gare di alto livello, in particolare quelle freestyle (KUR), viene votata perfino la scelta della musica, tanto che alle olimpiadi a volte le colonne sonore sono composte appositamente per la singola esibizione, a suon di migliaia di euro.

Quel mondo oggi è rammaricato dalla perdita del suo status symbol, di questo stallone nero che ha fatto sognare e guadagnare tanti, a spese di una vita fatta di isolamento, addestramento e gare e dove non ha mai potuto essere un cavallo.

Foto: https://dressage-news.com/

 

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