...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Appelli per riscattare cavalli dal macello: riflessioni

28/10/2020

Oggi vi parliamo degli appelli per riscattare cavalli dal macello: ne circolano tantissimi sui social e noi quotidianamente siamo raggiunti da messaggi, e-mail e segnalazioni al riguardo.
Puntualizziamo alcune cose.

 



Se non siete sicuri della fonte o se non conoscete direttamente la situazione, non divulgate l’appello, perché a volte si possono nascondere delle vere e proprie truffe (è successo tante volte in passato).
Se invece avete la possibilità di verificare e vi sembra che l’appello sia autentico, bisogna fare una serie di considerazioni.
Ammettiamo e giustifichiamo l’emotività della persona che si trova di fronte a un cavallo che rischia la vita e decide di salvarlo in ogni modo, anche comprandolo: non si può muovere alcuna critica, perché l’intento è nobilee perché ciascuno con i suoi soldi fa quello che gli pare.

Riteniamo che sia diverso il caso in cui si organizzi una raccolta fondi come gruppo, come associazione o come centro ippico (è il caso di molti post che stanno circolando in questi giorni), chiedendo soldi pubblicamente per fare cosa? Per comprare dei cavalli. Dando soldi in mano ai commercianti e quindi entrando di fatto in una catena commerciale.
Chi raccoglie quei soldi dovrebbe intanto essere trasparente nel dire a chi da in mano quei soldi e per cosa saranno utilizzati: perché se si danno a un commerciante, quei soldi non andranno a fare altro che uccidere altri cavalli. Anzi, siccome commercianti e macellai hanno fiutato l’affare, agiscono sulla leva emotiva per gonfiare i prezzi, come vediamo in molti di questi appelli, con prezzi che non sono quelli di mercato. Quindi con quei soldi si salvano uno o due cavalli ma se ne condannano a morte forse il doppio.

E poi c’è un discorso di coerenza. Noi abbiamo fatto delle verifiche e abbiamo contattato chi le organizza, specialmente quelle in Puglia, chiedendo una mano per trovare sistemazione a tre cavalli sotto sequestro che IHP ha in quella regione: ci è stato risposto che non sanno come aiutarci perché non hanno posti dove ospitarli, anche pagando noi le spese. Ci sembra dunque paradossale che poi ci siano tuti questi appelli per togliere cavalli dal macello che a questo punto non si sa dove vadano.
Al di là della singola vicenda, il consiglio generale è di non partecipare a raccolte fondi senza prima verificare che quei cavalli esistano e che le persone siano animate da buona fede. Ma anche quando ciò sia stato verificato, pretendete di sapere dove finiranno quei soldi, qual è la catena che si sta attivando. Se è una catena commerciale, noi ci opponiamo fortemente. Siamo in un Paese che macella ogni anno quasi 40.000 cavalli: è ovvio, purtroppo, che non possiamo salvarli tutti, specialmente comprandoli. E allora qual è il criterio? Cercare di colpire questo business o scegliere di fomentare una catena di sangue? Queste sono le domande che ciascuno dovrebbe porsi.

Infine, molto spesso il commercio e la macellazione dei cavalli vengono fatti in maniera illecita o addirittura criminale: chi dovesse venire a conoscenza di situazioni poco chiare, dovrebbe o denunciare in prima persona o rivolgersi ad associazioni competenti per verificare, perché spesso, come la testimonia la cronaca, questi commerci non sono del tutto puliti.