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Olbia - verificare le responsabilità

20/07/2020

Cavalli trovati morti a Olbia dopo viaggio in traghetto: verificare le responsabilità

Nell’esposto inviato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, IHP elenca una serie di dubbi (grazie anche a testimonianze raccolte da chi quel giorno era presente sulla nave), chiedendo di accertare le responsabilità a vario titolo su questa vicenda.

Trasportatore: come detto nel nostro precedente comunicato, la normativa è chiara nell’attribuire al trasportatore la responsabilità della vigilanza costante sul benessere dei cavalli, che deve essere più minuziosa in caso di viaggi lunghi più di 8 ore, con anche obblighi aggiuntivi quali l’uso di strumentazione apposita per il monitoraggio.

Compagnia e comandante della nave: sono soggetti agli stessi obblighi di cui sopra perché, per la legge, il comandante è considerato “trasportatore” finché gli animali sono a bordo.

Proprietario dei cavalli: sebbene la legge non lo consideri responsabile del trasporto, ci siamo chiesti come mai quei cavalli siano stati fatti viaggiare lo stesso giorno delle corse, quando è prassi comune (e a anche buon senso, diremmo) fargli affrontare un viaggio così lungo almeno due giorni prima, per avere il tempo di riposarsi. Inoltre, dalle dichiarazioni che lui stesso ha rilasciato alla stampa, il proprietario era presente sia all’imbarco che allo sbarco e dunque sapeva che i cavalli avrebbero viaggiato in stiva e non sul ponte.

Dalle testimonianze raccolte sembrerebbe che durante la notte l’aria nella stiva fosse stata quasi irrespirabile e probabilmente non solo per il caldo eccessivo: pare che i camion fossero tutti attaccati l’uno all’altro, compreso quello che ospitava i cavalli, e che di fianco a questo ci fosse un camion frigo (che notoriamente, se con l’impianto in funzione, consuma l’ossigeno e produce ulteriore calore intorno a sé). Sembrerebbe che solo dopo insistenze e discussioni qualcuno (non il proprietario dei cavalli e neanche l’autista) sia riuscito a convincere il personale di bordo ad azionare il sistema di ventilazione. Ma questa miglioria sarebbe durata solo un paio d’ore, dopodiché la stiva sarebbe tornata invivibile, a detta dei testimoni.

La compagnia e il comandante hanno dichiarato che tutti i cavalli erano vivi al momento dello sbarco e che quindi la loro morte si sarebbe verificata subito dopo. Siamo curiosi di conoscere come dimostreranno questa versione, visto che da fuori (sempre secondo le testimonianze forniteci) era praticamente impossibile vedere i cavalli nel van.
Infine, una domanda che merita a nostro avviso un approfondimento: perché, accortisi dei 4 cavalli morti, proprietario e autista del van non hanno chiamato immediatamente le forze dell’ordine, decidendo invece di lasciare il porto di Olbia e di dirigersi all’ippodromo di Chilivani (che dista più di 70 km), con dentro 4 cavalli morti e 5 verosimilmente esausti e a rischio di vita anch’essi? Non ci sembra una scelta normale.

Auspichiamo che la Procura non tralasci alcun elemento utile a fare chiarezza sulle morti e che certi tipi di trasporto di cavalli vengano esplicitamente vietati per il futuro.


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