...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Crisi coronavirus: assurdo appello FISE e centri ippici

12/04/2020

Lo stop forzato di quasi tutte le attività a causa dell’emergenza coronavirus sta producendo effetti a catena su tutti i comparti lavorativi e produttivi.
Sconcerta però vedere su una rete televisiva nazionale l’appello del presidente di una federazione sportiva e di alcuni proprietari di centri ippici che chiedono aiuti di Stato e magari anche donazioni di privati cittadini per poter andare avanti.
Centri ippici e associazioni sportive, che siano o meno affiliate alla FISE (Federazione Italiana Sport Equestri), sono di fatto attività private il cui principale scopo è organizzare attività ludiche o agonistiche usando cavalli e pony: come si può pensare di chiedere fondi del Governo o donazioni per sostenere un’attività sportiva? Anche perché la FISE riceve già regolarmente sostegno dal CONI, oltre che elargizioni di soldi pubblici: nel luglio dello scorso anno, ad esempio, ha ottenuto uno stanziamento di 500.000 euro solo per far ripartire una struttura a Roma. Soldi che potrebbero essere dirottati ai propri circoli.

Ma forse l’aspetto che fa più riflettere è che nel servizio viene più volte ammesso che quegli animali devono “lavorare” per poter essere mantenuti: quindi il loro diritto alla vita e al benessere è legato a doppio filo a quanto possono essere usati e in molti casi sfruttati?
Basta un mese di stop per dire già che potrebbero non riuscire a dar da mangiare agli animali?
Sono dunque legittimi i dubbi che esprimiamo da anni sul fatto che cavalli anziani, o con problemi di salute che li rendono non usabili, diventino a un certo punto “di troppo” per un mondo disposto a mantenerli solo finché producono introiti?

Sull’argomento in questione, l’effetto coronavirus è di svelare impietosamente questo legame a dir poco discutibile tra benessere e uso, tra amore per l’animale e sua produttività.
Sempre ricordando che le attività equestri sono imposte a un animale che certamente per propria scelta non svolgerebbe nessuno di quei “lavori”, né tantomeno farebbe una vita da carcerato in box come si vede nel servizio.

Qui il servizio di Striscia La Notizia