...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Botticelle: un altro cavallo vittima di una pratica anacronistica e incivile

08/07/2016

(28 giugno 2016)

Lo scorso 12 giugno l’ennesimo incidente che ha coinvolto una botticella. È accaduto in Piazza Venezia a Roma dove, secondo quanto riferito da un testimone, il cavallo che trainava la carrozza si è imbizzarrito ed è crollato al suolo sotto gli occhi dei passanti, a causa della manovra azzardata di uno scooterista che gli ha tagliato la strada.
Un dipendente dell’azienda trasporti romana avrebbe poi aiutato il vetturino a riportare in piedi l’animale, senza tuttavia richiedere l’intervento di un veterinario che potesse verificarne lo stato di salute.

Nate in contesti sociali e culturali arretrati, che appartengono ai secoli passati, le carrozze risultano anacronistiche e incompatibili con le città di oggi, congestionate dal traffico e dal rumore.
Con strade invase da mezzi motorizzati di ogni tipo e dimensione, un mezzo trainato da un cavallo sottoposto a un forte disagio fisico e psichico (immaginiamo un cavallo come si possa sentire in mezzo al traffico veicolare di una città) è infatti un pericolo sia per l’animale stesso sia per l’incolumità delle persone. A dimostrarlo gli incidenti che, sempre più frequentemente, trovano spazio tra le pagine dei quotidiani.

Guardando più da vicino la vita di questi animali, i “cavalli delle botticelle” passano da box angusti a strade urbane dove restano per lunghe ore attaccati a una carrozza, fermi immobili oppure trainando un peso il più delle volte incontrollato. A questo si aggiunge l’assenza di adeguati controlli sanitari, che sarebbero comunque insufficienti a valutarne lo stato di salute, dato che questi animali sono costretti a una vita innaturale, incompatibile con la loro natura.

A fronte di una tanto ipocrita ammirazione per i cavalli, esibita dai vetturini e dai turisti che incuranti salgono in carrozza, in realtà nessuno conosce la vita che conducono questi poveri animali e soprattutto nessuno sa che fine fanno quelli che non risultano più idonei allo scopo. La scarsa trasparenza sul destino finale dei cavalli, in questo come negli altri settori che coinvolgono gli equidi, è un dato che andrebbe certamente indagato.