...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Cavalli scalzi…naturalmente

  • Etologia

(18 febbraio 2012)

La gestione del cavallo scalzo è una pratica che si sta sempre più diffondendo grazie al Barefoot Movement (Movimento per il cavallo scalzo) che si propone di sviluppare le qualità naturali del piede di questi animali eliminando la pratica della ferratura.

Molte persone oggi considerano la ferratura una cosa ovvia, quasi indispensabile, ma non dimentichiamoci che il cavallo non è nato con i ferri e originariamente essi non venivano usati.
Si pensa che i ferri abbiano avuto origine nel Medio Evo: essi avevano la principale funzione di proteggere gli zoccoli dei cavalli che vivevano per lunghi periodi stabulati. Con la continua cementificazione dei terreni urbani e l’utilizzo del cavallo nei vari sport equestri questa pratica si è diffusa e generalizzata fino ai giorni nostri.

Grazie allo studio dell’anatomia e della fisiologia dello zoccolo del cavallo osservato in natura allo stato selvaggio, il Mustang, oggi possiamo considerare il barefoot come una valida alternativa alla ferratura tradizionale, che viene vista come una cosa non necessaria e spesso dannosa.
A causa degli effetti della ferratura, come la distorsione della forma dello zoccolo o danni a tessuti interni, spesso i piedi non sono sani nel momento in cui si decide di sferrare il cavallo e possono occorrere fino a nove mesi prima che lo zoccolo si sia fortificato al punto di poter affrontare un utilizzo specifico senza protezione (questa fase viene detta di “transizione” e può essere facilmente affrontata con l’ausilio di scarpette per cavalli).

Il Barefoot Movement nasce grazie anche alle idee dello statunitense Jaime Jackson.
Jackson cominciò la sua carriera come maniscalco. Dal 1982 al 1986 osservò e studiò i branchi di Mustang in libertà e la conformazione dei loro zoccoli nel Grande Bacino degli Stati Uniti. Nel 1990 smise totalmente di usare i ferri e da allora diffonde e pratica il pareggio naturale “wild-horse”, accompagnandolo ad una gestione generale del cavallo domestico più naturale.

I sostenitori del Barefoot Movement hanno osservato che gli zoccoli degli equini si mantengono in un modo migliore quando i cavalli sono tenuti in branco, in modo da potersi muovere costantemente come i cavalli selvaggi e assicurare una continua circolazione del sangue.
Un altro punto fondamentale è la corretta alimentazione per prevenire e guarire patologie come la laminite (forte infiammazione delle lamine dermiche del piede del cavallo con conseguenze anche gravi).
Il cavallo in natura si ciba prevalentemente di erba da pascolo povero, integrando con arbusti, cortecce, radici: questo tipo di alimentazione può essere riprodotta per il cavallo domestico utilizzando fieno di buona qualità, ricco di fibre. Da evitare, invece, erbe ricche di carboidrati come le leguminose e l’erba medica. L’integrazione di cereali dovrebbe essere scarsa o nulla, mentre potrebbe essere utile la somministrazione di minerali e oligominerali.

Tutti gli ospiti equini di IHP vivono “scalzi”, in branco, liberi di muoversi 24 ore al giorno in pascoli molto ampi.
L’alimentazione che viene loro fornita è composta quasi esclusivamente da fieno misto di ottima qualità e, occasionalmente, da erba nei brevi periodi in cui questa germoglia.

Molti dei nostri cavalli sono arrivati nel nostro centro di recupero da situazioni di “gestione classica” – box e ferratura – o peggio da situazioni d’incuria e maltrattamento. Nel corso del tempo abbiamo osservato che con l’ausilio di una gestione naturale etologicamente corretta otteniamo un miglioramento notevole e repentino delle loro condizioni di salute psicofisiche generali.

Ringraziamo Dario Arcamone per la consulenza.

 


Per approfondire l’argomento del barefoot:

http://www.aanhcp.net/

 

http://www.bitlessandbarefoot-studio.org/

http://www.sabioni.it/Art_7CM_Bioingenieria.pdf




Foto del piede di Jerez, gentilmente concessa dalla sua proprietaria Susan Carol Garvin (www.esserecavallo.com)





Foto del piede di Jerez, gentilmente concessa dalla sua proprietaria Susan Carol Garvin (www.esserecavallo.com)





Foto del piede di Jerez, gentilmente concessa dalla sua proprietaria Susan Carol Garvin (www.esserecavallo.com)