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Umbertide (PG), dopo 4 mesi dalla nostra denuncia ancora nessun provvedimento di sequestro penale per i cavalli denutriti. Le assurde risposte dell’Asl, secondo cui gli animali stavano bene

16/06/2014

(16 giugno 2014)

Risale al 16 febbraio scorso il nostro esposto, inviato all’Asl e al Corpo Forestale, riguardante alcuni cavalli detenuti nel Comune di Umbertide (PG). Durante il nostro sopralluogo documentammo la presenza di vari cavalli reclusi all’interno di un capannone: alcuni di loro magri (secondo testimonianze sarebbero stati chiusi lì da mesi, uno stallone addirittura da anni); un puledro di pochi mesi cachettico e separato dalla madre (vedi foto); altri cavalli tenuti fuori in un piccolo recinto, senza cibo a disposizione, estremamente denutriti. Per completare il quadro, un cane legato alla catena, senza acqua né cibo a disposizione, in evidente stato di stress.

A distanza di 4 mesi - nonostante numerosi solleciti e un successivo esposto inoltrato alla task force per il benessere animale presso il Ministero delle Salute, con richiesta di attivare i NAS – ci è stato riferito che nei confronti del proprietario sarebbe stato preso solo un provvedimento di sequestro amministrativo provvisorio. Sembrerebbe anche che le condizioni generali degli animali siano migliorate e che gli sia stata imposta una riduzione del numero dei cavalli gestiti. In sostanza, invece di subire un sequestro per maltrattamento, può tranquillamente cercare di vendere alcuni di questi cavalli e poi continuare a tenere i rimanenti, come se nulla fosse. Questo avviene nonostante il fatto che la legge nazionale 189/2004 preveda la possibilità del divieto di detenzione di animali per persone che siano responsabili di gravi atti di maltrattamento.

Nel frattempo e per l’esattezza il 10 marzo (quindi un mese dopo il nostro esposto urgente), avevamo ricevuto la risposta dell’Asl che non condivideva la nostra valutazione di presunto maltrattamento. Con quali motivazioni? Riportiamo testualmente alcuni passaggi di quella lettera, che non hanno bisogno di commenti:

“vorremmo far presente, in premessa, che la quasi totalità dei cavalli vengono ricoverati all’interno di box chiusi in capannoni, senza possibilità di vedere fuori o comunque in condizioni tali da ridurre al minimo gli stimoli esterni, che potrebbero eccitare gli animali stessi con gravi rischi per la loro incolumità”

“abbiamo poi ben presente, il notevole cambiamento climatico che provoca temperature primaverili, già al 14 del mese di febbraio, ma resta comunque la possibilità remota, che in questo periodo dell’anno il tempo peggiori all’improvviso, provocando repentini sbalzi di temperature, che possono indurre in cavalli all’esterno (in una stagione normale a quella data sarebbero stati sicuramente due o tre gradi sotto zero, e i cavalli sarebbero stati chiusi all’interno) fenomeni di coliche addominali da raffreddamento”

“puledro nato in data 10/08/2013, il puledro risulta in stato di magrezza ed è stato isolato dalla madre in quanto, secondo quanto dichiarato dal proprietario, ha avuto problemi derivati da una scarsa quantità di latte materno, per cui ha subito uno svezzamento precoce e nonostante diverse cure a base di complessi vitaminici, risulta ancora magro ma comunque è vigile, sta in piedi e si muove autonomamente all’interno del box ed anche all’esterno”

“uno stallone di razza maremmano … anche questo cavallo, che per ovvi motivi non viene lasciato libero, essendo l’unico maschio intero insieme a tre castroni e otto femmine, a nostro parere è in condizioni fisiche discrete, pur non essendo grasso, ma ciò è dovuto sia al suo ruolo di stallone, sia alla sua età (circa diciannove anni) che probabilmente ne rallenta il metabolismo e la capacità di assimilazione”

“un cavallo maschio castrone … questo cavallo è molto vecchio (nato nel 1994)”

Queste affermazioni diventano ancora più sconcertanti, se pensiamo che non erano supportate da alcuna visita veterinaria, certificazione o esame clinico.

Purtroppo un atteggiamento del genere non è un caso isolato: a fronte di alcune Asl collaborative e professionali, con le quali si sono sviluppate sinergie a tutela degli animali, molte altre vedono le associazioni più come una seccatura che non come una risorsa. Anche quando mostrano di avere competenza e professionalità.

Per questo motivo, da tempo, chiediamo alle Autorità preposte di cambiare le loro procedure interne e far sì che le valutazioni sullo stato di potenziale maltrattamento o malessere degli animali non vengano demandate solo alle Asl, come succede adesso. É comunque urgente che vengano attivati percorsi di formazione per i veterinari pubblici.

Speriamo di poter dare al più presto aggiornamenti positivi sui cavalli di Umbertide, ma questo non potrá avvenire in mancanza di interventi delle autorità preposte.

“Ci appelliamo nuovamente al Ministero della Salute, Dipartimento Sanità Animale, affinché intervenga con maggiore decisione chiedendo il sequestro penale dei cavalli”dichiara Sonny Richichi, presidente IHP “Nel frattempo vorremmo sapere quali e quanti cavalli siano stati ceduti dal proprietario dopo il nostro esposto, quali siano le loro attuali condizioni di detenzione e quali controlli saranno effettuati per verificare il loro benessere anche in futuro”.