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Palii e uso dei purosangue: ipotesi di conflitto di interessi

10/05/2018

(10 maggio 2018)

L’ennesima morte di un cavallo, quella di Polveroso, avvenuta lo scorso 8 aprile durante le prove che anticipano il palio di Legnano, dimostra quanto sia stata scellerata la decisione del Ministero della Salute di reinserire i cavalli PSI nelle corse storiche, attuando una deroga all’Ordinanza che ne vietava l’uso da qualche anno.

Nei nostri precedenti articoli abbiamo dato conto dei nostri tentativi di bloccare questa scelta, voluta a tutti i costi lo scorso anno dalla Direzione Sanità Animale del Ministero nonostante fossero ben chiari i rischi di una aumento degli incidenti: spiegazioni puntuali e dettagliate fornite al Direttore Silvio Borrello in varie lettere e in occasione di un incontro, che purtroppo non sono servite a nulla di fronte alle pressioni di amministratori locali e organizzatori alla ricerca solo di incrementare lo spettacolo.

In questo ritorno al passato, con tanto di morti annunciate e che purtroppo si stanno verificando, un ruolo fondamentale lo sta giocando il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Mipaaf), a cui è demandato il controllo sulla regolarità dei percorsi dove si svolgono le manifestazioni storico-folkloristiche in Italia.

Su tutti, emerge la figura dell’architetto Walter Baldini, consulente Mipaaf per il rispetto delle norme tecniche dei tracciati che ospitano manifestazioni storico-folkloristiche.
Lo stesso Baldini che nel 2015 era in tribuna d’onore a Foligno, ospite del presidente del’Ente Giostra, a cui nei mesi successivi aveva dato indicazioni su come fare la nuova pista e quale ditta contattare. Lo stesso che, al convegno del 13 maggio 2017 organizzato sempre a Foligno, annunciava con soddisfazione l’imminente arrivo della deroga che avrebbe sdoganato l’uso del PSI nelle corse storiche.
Viene da chiedersi: è normale una figura che, per il suo ruolo di “controllore”, dovrebbe essere super partes e che invece lavora e spinge per la reintroduzione dei cavalli purosangue a braccetto con organizzatori mossi da chiari interessi?

Ricordiamo che i PSI furono esclusi qualche anno fa dalle corse storico-fokloristiche, in quanto cavalli selezionati per le corse di galoppo, quindi estremamente veloci e altrettanto fragili, data la loro morfologia: i numerosi incidenti, spesso mortali, capitati negli ultimi anni avevano indotto il Ministero della Salute a porre uno stop al loro uso fuori dagli ippodromi.
Ciò creò più di un problema nell’ambiente dei palii, anche perché molti proprietari di scuderie e molte contrade avevano investito nell’acquisto e nell’allevamento di PSI che non potevano più usare: da qui partirono le sempre più insistenti pressioni verso il Ministero affinché tornasse indietro sulla sua decisione. Cosa che è accaduta lo scorso anno, come raccontato.
Proprio a Foligno morì di lì a poco un purosangue, Wind of Passion, facendo scattare le immediate denunce che hanno portato all’apertura di un’inchiesta. Come già abbiamo avuto modo di raccontare, i consulenti della Procura hanno smentito Baldini e Francesco Carlini (responsabile per gli eventi storici della Federazione Italiana Sport Equestri, che ogni anno certifica la sicurezza della pista ad otto del “Campo de li Giochi”), dichiarando che la pista non era idonea a far correre dei purosangue.

Sembra evidente, a rivedere le varie tappe di questo percorso, il conflitto di interessi in capo a chi prima ha suggerito come allestire la pista e poi ne ha certificato l’idoneità nonostante questa non fosse idonea per niente. Auspichiamo che le indagini della Procura di Spoleto aiutino a are chiarezza anche su questi aspetti, oltre ad accertare le eventuali responsabilità per la morte di Wind Of Passion.

(nella foto di www.youreporter.it il gravissimo incidente a Polveroso)



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