...i miei tesori non luccicano né tintinnano,
essi brillano nel sole e nitriscono nella notte...

 

 

Quintana di Foligno, un cavallo abbattuto e un altro ferito: il gioco al massacro delle pseudo feste popolari continua, nell’indifferenza generale.

05/06/2010

(5 giugno 2010)
Sabato 29 maggio, durante le prove che precedono la Quintana di Foligno, un cavallo ha subito un grave incidente, a seguito del quale è stato trasportato alla clinica veterinaria dell’Università di Perugia: lì Kalascian è stato abbattuto, mentre a Foligno la folla continuava a divertirsi, nutrendosi dell’esaltazione generale che probabilmente è salita ancora di più, come nelle migliori tradizioni delle feste sadiche, quando un altro cavallo, Macho Vernacolo, ha riportato una frattura all’anteriore destro.
Prima di esprimerci volevamo attendere l’esito della verifica della task force del Ministero della Salute, annunciata con un comunicato del 31 maggio.

Nel frattempo leggiamo sul sito ufficiale della Quintana che “C’è grande soddisfazione all’Ente Giostra della Quintana di Foligno per l’esito delle ispezioni effettuate alle strutture della manifestazione da parte del Nucleo antisofisticazioni e sanità Carabinieri di Perugia, della Direzione generale della Sanità animale e farmaco veterinario del Ministero della Salute, dell’Unire e dell’Asl 3 in conseguenza dei fatti verificatisi durante le Prove ufficiali di sabato scorso”.
Ecco, in particolare, quanto dichiarato dal presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli: “Mi sento orgoglioso di presiedere una struttura come l’Ente Giostra della Quintana, nel cui dna è evidente l’amore per la città, per la manifestazione e per i cavalli che rappresentano la prima essenza della Giostra. Abbiamo ricevuto complimenti per come siamo organizzati, per come ogni quintanaro ma in fondo per come ogni folignate sa dare il proprio contributo per la massima tutela degli animali”.

Evidentemente in questo Paese il concetto di amore per gli animali si presta a diverse interpretazioni: per quanto la frattura fosse grave e le possibilità di successo non altissime, si poteva provare a salvare Kalascian, poteva essere tentato un intervento complesso e costoso da parte di una delle migliori equipe veterinarie in Italia, quella dell’Università di Perugia. Eppure è stato deciso di addormentarlo per sempre. Perché? Forse perché Kalascian, in caso di successo dell’intervento chirurgico, non avrebbe mai più potuto correre palii, ma vivere al pascolo come si conviene ad animali della sua specie?
Anche questa è una caratteristica di palii, giostre e affini: quando un cavallo si azzoppa, quasi sempre si decide di abbatterlo anche se potrebbe essere operato e salvato, a dimostrazione che la sua vita ha valore, per gli organizzatori e per la gente che si appassiona, solo nella misura in cui l’animale può venire utilizzato per produrre “spettacolo” e, quindi, incassi.

Siamo sicuri che il Dott. Salvatore Macrì inviato dalla task force (che, ricordiamo, è stata istituita dall’On. Francesca Martini “per garantire la tutela della salute e del benessere degli animali e per il contrasto a tutti i casi di maltrattamento, con l’obiettivo di giungere al pieno rispetto del mondo animale nella nostra società”) saprà valutare con fredda professionalità e non si farà abbagliare dai bei discorsi degli organizzatori e dalle costose strutture che sono in grado di mettere in piedi. Il benessere dei cavalli non si valuta su questi parametri, ma piuttosto sulle condizioni di elevato stress che questi animali sono costretti a sopportare e sulle sollecitazioni a cui sono sottoposti, tali da rendere altissimo il rischio di gravi incidenti, con o senza “adeguata” copertura del terreno.

Chi organizza eventi del genere gioca sull’adrenalina e sul fervore per attirare la gente, parla di tradizione, di cultura, di storia, coinvolgendo in questi deliranti discorsi i cavalli come protagonisti attivi. Ma il benessere del cavallo è ben altra cosa: questo animale, preda per definizione, è portato naturalmente ad avere il terrore di luoghi affollati, urla, rumori, bandiere che si agitano, campi di gara circondati da persone esaltate. I discorsi del Presidente Metelli e dei suoi colleghi su come vengono accuditi, lucidati e coccolati i cavalli suonano ridicoli, a chi un minimo conosce questi animali.

Allora, ancora una volta, ci rivolgiamo al Ministero per dire che parlare di benessere del cavallo e di rispetto della sua natura significa mettersi veramente dalla sua parte, dimenticando concetti anacronistici che servono solo a mettere in pace la coscienza di alcuni e a ingrossare le tasche di altri. L’Ordinanza del 21 luglio 2009 voluta dall’On. Martini rappresenta certamente un enorme passo avanti rispetto al passato ma, come si vede, non basta parlare di requisiti tecnici: certe manifestazioni recano in sé i presupposti per il malessere dei cavalli utilizzati e solo con la loro abolizione si rispetterebbero davvero i diritti di questi animali.